Nella tragedia del bus precipitato dal viadotto Acqualonga c'è tutto il marcio del sistema italiano che ruota intorno all'auto: veicoli poco affidabili, guard-rail al risparmio e mal montati, silenzi e dichiarazioni fuorvianti. Poteva mai mancare la piaga degli sciacalli che si presentano dai parenti delle vittime con le sembianze di consulenti di infortunistica stradale?
No di certo: sulla ricostruzione ora vorrebbero mettere la mani consulenti d’infortunistica stradale che si stanno proponendo alle famiglie delle vittime. È una prassi lecita e abituale, ma che da anni ha preso pieghe ben poco etiche. E, di fronte a una tragedia come quella del viadotto, sembra assolutamente fuori luogo. e il sindaco di Pozzuoli, Enzo Figliolia, sta giustamente facendo muro per proteggere i parenti delle vittime da questa gente che approfitta del loro stato di dolore e debolezza (e – perché no? - di sfiducia nella giustizia e nel sistema assicurativo).
Di solito, i consulenti meno seri si procurano (perlopiù illegalmente) le generalità di morti e feriti in incidenti stradali per inviare alle famiglie vaghi questionari sull’incidente. Chi risponde consente loro di intuire a chi sarà riconosciuto il risarcimento più alto e, di conseguenza, proporgli assistenza in cambio di una quota dell’indennizzo. Tutto ciò, tra l’altro, contribuisce a gonfiare le tariffe dell’assicurazione Rc auto.
Si era cercato di dare uno stop a queste pratiche introducendo il risarcimento diretto, che taglia fuori questi soggetti, almeno nei casi in cui non è necessario fare causa alla compagnia. Ma alcune associazioni di categoria sono riuscite ad ottenere che la Corte costituzionale dichiarasse che la procedura di risarcimento diretto può essere affiancata da quella tradizionale, che dà loro più spazio.