Chissà se sarà davvero "mini" l'ennesimo aumento delle accise su benzina e gasolio, destinato a scattare dall'anno prossimo per finanziare alcune misure del decreto "del fare" che è in vigore da oggi. I giornali hanno scritto che sarà "mini" perché dovrà portare nelle casse dello Stato "solo"75 milioni. Però l'entità del rincaro dovrà essere determinata da un provvedimento dell'agenzia delle Entrate, che dovrà fare i conti per raggiungere questo livello di gettito tenendo però conto che i consumi diminuiscono sempre più. Quindi, in teoria, i sempre meno litri che verranno consumati dovranno essere sempre più tassati per garantire gli introiti preventivati.
Ma questo porta un rischio sempre più presente.
Infatti, come ha stimato giusto ieri il Centro Studi Promotor, anche a maggio il gettito sui carburanti è calato (Scarica Com CSP 21_06_13_benzina). Si direbbe che ciò è avvenuto nonostante i rincari delle accise negli ultimi due anni, ma in effetti è proprio a causa di essi: è l'effetto-Laffer, come scrive sempre il Csp nel suo comunicato (Scarica Com CSP 21_06_13_benzina). E non è la prima volta che lo fa: la storia sta andando avanti da sei mesi.
Insomma, la domanda di prodotti petroliferi non è più "anelastica" (cioè poco influenzabile dal loro prezzo): tra crisi e limitazioni all'uso dell'auto, gli italiani si muovono di più con mezzi pubblici o non si muovono più.
Dunque, che cosa accadrà tra altri sei mesi, quando dovrà entrare in vigore il nuovo aumento? Nel dibattito politico nessuno se lo chiede. Giusto mentre il Pdl (almeno a parole) minaccia di far cadere il Governo se non disinnescherà l'aumento dell'Iva e non abolirà l'Imu…