I due ragazzi morti in Ferrari, vittime di un’auto vecchia e della passione ignorante

Si fa presto a pontificare quando un ventiduenne muore alla guida di una Ferrari che si spacca in due dopo essere uscita di strada uccidendo anche il cugino undicenne, com’è capitato l’altro giorno nel Vicentino. E si fa presto anche a indulgere in comprensione quando emerge che il giovane guidatore aveva per le auto una passione che era praticamente una ragione di vita. Ma tutto questo porta fuori strada l’opinione pubblica. Cerchiamo di fare ordine.

Cominciamo col dire che “la Ferrari” coinvolta nell’incidente è una 355. Cioè un modello di vent’anni fa, quindi privo dei sistemi di sicurezza elettronici che – se usati con un minimo di criterio – possono evitare molti incidenti (soprattutto sul bagnato, come appunto l’altro giorno) e con un telaio dalla resistenza agli urti scarsa rispetto ai modelli attuali. Dunque, la parola “Ferrari” nei titoli dei media fa molta presa, ma c’è Ferrari e Ferrari e tenerlo a mente aiuta a non trarre giudizi affrettati dalla sciagura di Vicenza.

Quanto alla passione del ragazzo che guidava, gli umanissimi ricordi degli amici la descrivono come qualcosa che gli faceva sembrare musica lo stridore delle gomme sull’asfalto. Aldilà della poesia dell’immagine, far stridere le gomme non ha nulla di bello; chi sa guidare davvero, anche a livelli agonistici, sa che meno le gomme stridono e più si va veloci. Dunque, il vero piacere sta nel prevenire le perdite di aderenza che causano quegli stridori: ci s’inebria meglio con l’idea di andare più veloci con meno sforzo, è una situazione di controllo fantastica. Però per saperlo bisogna provarlo in pista, con un istruttore esperto di auto e di psicologia di chi le guida. Per adesso, abbiamo solo perso altre due giovani vite.

  • Maurizio Caprino |

    Vero e l’ho scritto più volte negli anni. Però in questo caso abbiamo davanti un’auto dalle prestazioni davvero alte (fuori catalogo rispetto alle considerazioni che facciamo abitualmente sulle varie Gti in mano ai giovani), che è meglio siano debitamente assistite dall’elettronica perché è troppo facile raggiungere velocità nettamente sproporzionate. Ci si può ammazzare anche con l’elettronica, se ci si fa prendere la mano e/o si è ignoranti, ma aiutati che Dio ti aiuta.

  • Paoblog |

    Nei giorni scorsi ho scritto brevemente del drammatico incidente sul Gruppo Facebook, ma poi ho “dovuto” integrare con più commenti, che hanno dato vita ad un post specifico sul Blog.
    Non intendo prendere troppo spazio,per cui lascio il link: http://paoblog.net/2013/06/14/sicurezza-stradale-193/ )
    °°°
    P.S. E’ sempre interessante vedere come sia facile dare del fesso alla gente.
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    P.S. 2 – Per curiosità sono andato sul sito della Ferrari a leggere la scheda dell’auto e, tranne l’Abs disinseribile, non si trova traccia di altri dispositivi elettronici di sicurezza.

  • Giorgio Lancieri |

    Penso che, da come i giornali hanno descritto il volo e la successiva carambola dell’auto, nessun dispositivo avrebbe potuto fermare la corsa impazzita dell’auto (fosse una Ferrari o anche una 500); a maggior ragione laddove si consideri che l’auto, sempre come appreso dai giornali, si è divisa a metà.
    [risponde Maurizio Caprino] L’auto può aver preso il volo per tanti motivi e comunque se si è spaccata in due non è improbabile che ciò di debba alla concezione superata del telaio, di cui scrivevo nel post.

  • ilprincipebrutto |

    Buongiorno Maurizio,
    mi pare che nessun dispositivo di sicurezza puo’ sopperire all’imperizia di chi e’ incapace di adattare la propria velocita’ alle circostanze (per non dire alla propria abilita’, ma questo sarebbe chiedere troppo).
    Che la Ferrari in questione avesse o meno dispositivi di sicurezza moderni mi pare al massimo una questione marginale. Alla base dell’incidente resta un enorme errore di valutazione da parte del ragazzo alla guida. E non e’ stato un errore casuale, o una circostanza sfortunata (le sorprese in strada non esistono, quello che succede e’ sempre conseguenze delle proprie decisioni di guida).
    L’angelo custode elettronico puo’ aiutare, ma la regola d’oro e’ prima di tutto quella di non mettersi mai nelle condizioni di averne bisogno. Con una Ferrari moderna, il ragazzo in questione avrebbe probabilmente picchiato lo stesso, ma ad una velocita’ ancora piu’ elevata.
    .
    sicuri si diventa, Ride Safe

  • PeoFSZ1600 |

    La corretta valutazione delle proprie capacità di guida contestualizzata alla strada che si percorre ed al veicolo che si guida è un accessorio di sicurezza che mi pare manchi anche alle attuali vetture in circolazione. ABS, ASR ed ESP aiutano moltissimo, ma aumentano anche la confidenza.

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