Buche senza fine. Solo rattoppi per il Giro d’Italia. E per la statale della morte ci è voluto il prefetto

Belle le immagini del Giro d’Italia in parata per i luoghi più panoramici di Napoli, vero? Ma bisognava anche dare un’occhiata all’asfalto, pieno di rattoppi. L’ennesimo segno della crisi: una volta si polemizzava solo perché un Comune spendeva per riasfaltare solo le strade su cui sarebbero passati i ciclisti, oggi su quelle strade a stento si tappano le buche.

Certo, cose analoghe accadevano anche quando i soldi c’erano: nella Taranto da bere di fine anni Ottanta (che stava per cadere in mano al telepredicatore Giancarlo Cito e alla criminalità organizzata) si asfaltò solo una corsia del vialone su cui era previsto il passaggio di Giovanni Paolo II. Però in quel caso si trattava di evitare il più possibile i sobbalzi per i prelati del corteo papale a bordo di comode Mercedes Classe S, non di dare sicurezza a corridori in sella a rigidissime bici da corsa; per loro, all’epoca, si sarebbe riasfaltato tutto.

D’altra parte, la conferma della gravità della situazione viene proprio da Napoli, dove è stato riaperto pienamente solo venerdì 3 maggio (
Scarica Comunicato stampa – riapertura ss 268) il tratto più pericoloso della statale Vesuviana (SS 268). L’Anas ha infatti rimesso a posto asfalto e segnaletica, ma c’era voluto l’intervento del prefetto, a sua volta pressato dalla Polizia stradale dopo anni in cui la Vesuviana è stata praticamente la maggior preoccupazione per i comandanti provinciali che si sono succeduti.

Non dobbiamo pensare che il problema sia solo napoletano, comunque: il tema è stato sollevato a livello nazionale oltre un mese fa dall’Asaps (
Scarica ASAPS dissesto strade 26.3.2013), è oggetto dell’editoriale di Quattroruote di maggio e ha appena suscitato le proteste dell’Unione nazionale consumatori (
Scarica BUCHE E’ COLPA DELLA CRISI – 6 maggio 2013).

  • Fabrizio |

    Purtroppo la crisi in questo caso c’entra poco o nulla. Per anni Napoli è stata lasciata al suo destino da una classe dirigente che si è fatta scappare le occasioni per crescere, e che ha coltivato solo le ambizioni personali. Ma questa è storia nota, quasi banale! Piuttosto mi colpisce come i media continuino ad accanirsi nei confronti di questa città, fatta di tante persone che, nel “silenzio” delle proprie professioni giorno dopo giorno contribuiscono a migliorare una realtà per molti aspetti difficile.

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