Freni e ruote, sia pure a fatica, sono arrivati al traguardo della “liberalizzazione del tuning”. E ora a quale componente toccherà il “privilegio” di poter essere modificato (sia pure a certe condizioni) senza la necessità del costoso nulla osta da parte del costruttore dell’auto? Una traccia l’ha data Maurizio Vitelli, direttore generale della Motorizzazione, nel suo intervento alla presentazione del decreto ministeriale sulle ruote (cerchi e gomme), a inizio aprile.
Vitelli ha citato centraline elettroniche del motore (che comunque non saranno elaborabili a proprio piacimento, ma solo acquistando kit autorizzati dalla Motorizzazione), sospensioni e appendici aerodinamiche. Ma è stato molto attento a mettere le mani avanti sui tempi, che restano non quantificabili.
A questo punto, dobbiamo considerare i precedenti, che parlano di tempi lunghi. Infatti, la modifica all’articolo 75 del Codice della strada che “liberalizza” il tuning risale al 2009 e si è visto che mediamente per ogni Dm ci vogliono circa due anni.
Dobbiamo pure considerare che a questo punto comincia a essere trascorso anche tanto tempo dal 2009, per cui possono cambiare le norme e le persone responsabili di applicarle.
Dunque, non si può certo dire che il futuro del tuning sia delineato e sicuro.