Uffa, una Land Rover davanti. Bellissima e perfettamente tenuta per i quasi cinquant’anni di vita che ha sulle spalle, per carità. Però proprio non ci voleva proprio ora che la strada si fa stretta e molto tecnica. In salita, per giunta. E invece alla prima curva a destra mi devo ricredere: all’ingresso, vedendo che non arriva nessuno nell’altro senso, il guidatore si sposta tutto a sinistra, per sfruttare tutta la larghezza della carreggiata tagliandola fino al punto di corda. In questo modo riesce a non rallentarmi, come invece temevo: nonostante il baricentro alto, sospensioni e gomme da fuoristrada puro e motore diesel aspirato d’epoca, tiene praticamente la stessa velocità cui arrivo io tenendo la corsia con la mia Giulietta 2.0 a gasolio con 170 cavalli, gomme da 17 estive nuove, leva del Dna in posizione Dynamic (la più performante) e assetto sportivo.
Ovviamente non approvo il fatto che quel guidatore si sia preso tutta la carreggiata per impostare la curva: è vero che in senso opposto non si vedeva nessuno, ma è altrettanto vero che è domenica e quello è un tratto dove i motociclisti vanno spesso come saette. Quindi in un attimo può arrivare uno di loro e in quel caso diventa durissima far rientrare con la stessa rapidità la vecchia Land tutta a destra.
Cito l’episodio solo per far notare che avere a disposizione due metri e mezzo in più per entrare più larghi in una curva fa più effetto che avere un’auto molto più performante e non prendersi quello spazio. Visto che quello spazio non ce lo possiamo prendere, non pretendiamo che siano le doti della nostra vettura a fare miracoli sulla velocità di percorrenza della curva. Che sarà più che rispettabile, ma minore di quanto un inesperto “esagitato” si aspetterebbe da un modello d’impostazione sportiva.