Gli incentivi stanno per partire (14 marzo), ma non scaldatevi: riguarderanno pochi, in prevalenza aziende e professionisti. Per questo il governo Monti è stato molto criticato. La prima difesa che si è sentita dopo mesi di attacchi l'ha fatta venerdì scorso Vincenzo Zezza, il dirigente del ministero dello Sviluppo economico che si è occupato del dossier incentivi. Una difesa solo parziale, però.
Zezza si è limitato a dire che aziende e professionisti sono stati privilegiati perché gli incentivi riguardano soprattutto veicoli a bassissime emissioni, quindi sostanzialmente elettrici, ibridi e a gas. Tipi di trazione che portano prezzi d'acquisto molto alti e che per convenire economicamente devono essere utilizzati per lunghe percorrenze. Chi ha abbastanza soldi per potersi permettere simili acquisti e percorre abbastanza chilometri per poter ammortizzare il tutto? Aziende e professionisti, appunto. Io aggiungo che in effetti gli incentivi appaiono disegnati in modo coerente con le linee guida europee varate giusto la settimana scorsa a Bruxelles.
Ma le auto elettriche non potranno mai avere percorrenze elevate, essendo per la maggior parte adatte ai soli brevi percorsi urbani. Inoltre, non è vero che le auto a gas costino un occhio della testa come elettriche e ibride. Quindi la difesa di Zezza è stata imprecisa.
La prova regina è però un'altra: Zezza non ha risposto all'obiezione più importante, quella di chi fa notare che aziende e professionisti sono privilegiati solo in teoria. Infatti, è vero che la quota maggiore delle risorse è per loro, ma è altrettanto vero che essi sono ammessi agli incentivi solo nell'ipotesi in cui abbiano da rottamare un veicolo con almeno 10 anni di vita. Dove trovate mezzi così vecchi in uso ad aziende a professionisti? Suvvia. La verità è che i soldi erano pochi ed è stato necessario mettere paletti affinché non si esaurissero in una sola giornata.