In fondo lo sappiamo già: i cronotachigrafi dei mezzi pesanti sono troppo spesso taroccati e ogni volta che si fa un controllo saltano fuori irregolarità come se piovesse. Quindi è un fenoneno di massa e anche alla portata di tutti: guardate nella foto sopra quanto è piccola la calamita che basta per far andare in tilt un cronotachigrafo (lo scudetto della Polizia stradale è quello piccolino che normalmente vedete sulle maniche sinistre delle divise degli agenti).
Ma che cosa c'è dietro ciascun camion o bus non in regola? Certo, ci sono i costi da limare, la concorrenza, la crisi. Ma ci sono pure le storie degli autisti, uomini sfruttati e talvolta anche drogati, per resistere alla fatica. Ecco la storia dell'ultimo autista beccato dalla Stradale di Genova.
IL DISCO MAGNETICO
Franco ha 56 anni e da una vita è a bordo di bisonti della
strada. Nella sua carriera ha percorso milioni di chilometri in giro per
l'Europa ma ora, forse alla ricerca di un po' di tranquillità, fa l'autista per
una ditta genovese. Ciò permette a Franco di tornare a casa ogni
sera.
E' proprio questo il problema: tornare
a casa. Anche nel mondo dell'autotrasporto la crisi si avverte e così capita che
il capo di Franco, il titolare di questa ditta genovese di trasporti che opera
prevalentemente tra il porto di Genova e quello di Voltri movimentando
containers, lo costringa a lavorare anche oltre le otto ore di guida
previste.
Otto ore non sono poche alla guida
di un autoarticolato di 40 tonnellate perché la stanchezza, lo stress ed il
sonno sono in agguato. E sono facilmente immaginabili le conseguenze che possono
provocare questi "bestioni" una vota privi di controllo.
A Franco quindi è imposto dal suo datore di lavoro di lavorare
la mattina e anche il pomeriggio, ma come aggirare il cronotachigrafo, ovvero
quell'apparecchio presente su questo tipo di mezzi che registra le ore di guida
e di riposo degli autisti?
Il titolare ha la
soluzione anche per questo: apporre sul bulbo del cambio un potente magnete che
stacchi il collegamento tra il motore e il dispositivo che ne registra
l'attività.
La Polizia Stradale conosce a
combatte questi fenomeni e proprio ieri mattina una pattuglia al casello di
Voltri mostra la paletta a Franco: gli agenti notano subito che qualcosa non
torna dai fogli di registrazione inseriti nel cronotachigrafo, troppi i
chilometri percorsi e poche le ore alla guida.
Franco nicchia ma deve assecondare la richiesta degli agenti:
gli hanno appena chiesto di vedere il motore, loro sanno dove guardare e trovare
quel magnete.
Il telefono squilla in ditta,
è Franco che è rimasto senza patente e con 1600 Euro in meno: il gioco non vale
la candela, soprattutto se si gioca sulla pelle degli altri.