Da stamattina riprende quella quotidiana corsa dei topi che è la vita in una metropoli e a Milano si torna a dover pagare l'accesso nell'Area C. Il Comune ha già fatto sapere che a marzo potrebbe concedere il pagamento tardivo senza far scattare una multa, riservare uno sconto ai residenti in centro che hanno ancora una vettura diesel Euro 3 senza filtro antiparticolato e fa trapelare progetti a medio-lungo termine per estendere il pagamento a parti di città sempre più ampie. Ovviamente su tutto questo è polemica: ognuno dice la sua ed è facile criticare senza indicare alternetive fattibili qui e ora. Per questo mi sembra più immediato e interessante parlarvi di una cosa che invece sta gia accadendo: gli sconti concessi dai giudici di pace ai trasgressori.
Lo ha scoperto sabato l'edizione milanese di Repubblica, che dà notizia di sentenze in cui viene abbuonata buona parte del debito. Capita a chi ha da pagare un bel gruzzolo perché ha ricevuto più multe e ora si trova in una situazione finanziaria difficile. In pratica, i giudici di pace hanno tenuto in considerazione che adesso in tutte le cause davanti a loro (con la riforma dei riti civili operata dal Dlgs 150/11) si applica il rito del lavoro. Ciò significa che il giudice può anche proporre una transazione.
Ma si potrà fare una transazione anche in materia di infrazioni stradali, visto che dal 2003 l'articolo 204-bis del Codice dice espressamente che il giudice – se dà torto al trasgressore – non può mai scendere sotto la sanzione minima prevista dalla legge ("edittale", come si dice in giuridichese)? Vedremo cosa ne penserà la Cassazione: prima o poi, lì si andrà a finire: in Italia è sempre così.
Intanto diciamo qualcosa sull'opportunità di una soluzione del genere. A prima vista, sembra il solito condono. Quindi qualcosa di diseducativo, che spinge comunque a trasgredire, tanto poi c'è sempre un modo per aggiustare le cose all'italiana. Però va anche detto che la segnaletica dell'Area C di Milano è tutt'altro che perfetta: ci sono sempre i soliti problemi dei segnali poco visibili, anche per colpa di "banalità" trascurate come i rami sporgenti. Inoltre, la città è piena di cartelli che illustrano le modalità di funzionamento dell'Area C, senza chiarire che in realtà la zona a pagamento inizia ben lontano dal cartello. Insomma, non è difficile che la segnaletica inganni, senza contare le manovre improvvise cui viene costretto chi prima capisce una cosa e poi si accorge che il cartello ne intendeva un'altra.
Era proprio impossibile concepire una segnaletica migliore? Non si poteva imparare dagli errori già commessi con l'Ecopass?