Oggi sono stati ufficializzati i dati "definitivi" sugli incidenti del 2011. Vedrete tanti servizi giornalistici, apparentemente prodighi di particolari, presi dai comunicati stampa di cui vi metto qui l'originale (Scarica Comunicato stampa ACI-ISTAT – 31 ottobre 2012 – finale OK). Ma i punti più interessanti si desumono dalla versione integrale del Rapporto Aci-Istat (Scarica Rapporto ACI-ISTAT incidenti stradali – 2011).
Infatti, i comunicati riprendono i dati "macro", che mostrano come la mortalità generale sia ancora diminuita e sia scesa in assoluto sotto la "soglia psicologica" delle 4mila vittime. Si conferma che il weekend e la notte sono il momento a maggior rischio di incidenti gravi. Viene anche evidenziato che il calo non basta a rispettare l'obiettivo del dimezzamento rispetto al 2001, che la Ue aveva fissato già per il 2010; quindi verosimilmente ci arriveremo nel 2012, cioè con due anni di ritardo. Ma non vengono sottolineate tre cose:
1. i miglioramenti sulle strade urbane diventano più piccoli (non sarà il caso di abolire o attenuare quello che di fatto è un divieto di effettuare controlli di velocità in centro abitato?);
2. il mese con più incidenti non è il solito luglio ma maggio (colpa del maltempo?), mentre si conferma che il tasso di mortalità più alto c'è ad agosto (probabilmente anche perché sui veicoli ci sono più persone);
3. il totale degli incidenti e dei feriti effettivi è superiore e finalmente le assicurazioni (tramite la Fondazione Ania Scarica Fondazione Ania Commenta FASS dati aci istat 2011) lo ricordano, facendoci fare un bagno di realismo (perché i dati Aci-Istat riguardano solo i sinistri su cui intervengono le forze dell'ordine, cioè una minoranza) e riportandoci all'attenzione il problema delle truffe (quanti dei feriti che risultano dagli atti assicurativi hanno in realtà simulato la lesione?).