Stiamo per “festeggiare” un anno da quando sono stati consentiti i controlli automatici sulla copertura assicurativa Rc auto. Sull’onda delle notizie sempre incalzanti sull’evasione dell’obbligo assicurativo, l’ultima legge di stabilità varata dal governo Berlusconi delineò un sistema apparentemente semplice ed infallibile: lettura automatica della targa di tutti i veicoli che passano e riscontro automatico sull’esistenza di una polizza valida abbinata a ciascuna targa. Eppure finora nulla si è visto, nonostante si stimi che siano ormai tre milioni i veicoli circolanti ma non assicurati. Una prima spiegazione del ritardo l’ha data ieri l’Ania a Riccione, alla prima delle Giornate della polizia locale, appuntamento che per noi del settore è un po’ come è il Meeting di Cl a Rimini per i vip di politica ed economia: un ritrovarsi a fare il punto dopo le vacanze.
Ebbene, l’associazione delle compagnie assicurative ha dichiarato che la propria banca dati delle polizze è affidabile al 99%. Sembra tantissimo, ma per partire coi controlli automatici occorre il 100%. Non si sa quando sarà possibile arrivarci: si tratta di organizzare tutta l’estesa rete di agenzie, subagenzie eccetera che oggi vende le polizze.
Anche quando questo sarà risolto, resterà un problema legato alla norma (articolo 193 del Codice della strada, modificato appunto dalla legge di stabilità). Per rendere i controlli ancora più penetranti, il decreto liberalizzazioni (Dl 1/12) ha apportato un’ulteriore modifica, che è poco chiara e potrebbe andare in conflitto con la legge sulla privacy: non si può conservare il dato della targa se il veicolo non ha commesso alcuna infrazione e quella sul controllo automatico della copertura Rc è una procedura in cui la violazione emerge subito con certezza.
Sembrava tutto così facile, un anno fa. Poi sono fioccate le complicazioni. In Italia è quasi sempre così…