Apparentemente, il bollettino Aci di agosto non dice nulla di nuovo: anche il mercato dell’usato va male (salvo che non siano proliferati i passaggi di proprietà in nero) e le radiazioni dal Pra aumentano. Ma c’è un particolare importante: tutti pensiamo alle radiazioni come conseguenza di demolizioni e invece quelle dovute a esportazione del veicolo hanno raggiunto la bella quota del 40%.
Possibile che esportiamo così tante auto? Occorrerebbe avere dati più precisi per dare una risposta. Di certo, tanti modelli grandi sono diventati invendibili in Italia, per la crisi e il caro-carburanti innescato dai continui inasprimenti delle accise. Ma forse c’è di più.
Il pensiero non può che andare a quei siti che propongono la reimmatricolazione all’estero (soprattutto in Germania) delle vetture potenti possedute da italiani e soggette al superbollo da un anno a questa parte. Queste auto entrano a tutti gli effetti nella contabilità di quelle radiate per esportazione, pur non uscendo mai dall’Italia.
Per ora è impossibile dire se casi del genere siano pochi o tanti: sappiamo solo che ce ne sono e che contribuiscono a vanificare le previsioni del Governo sul gettito del tributo, così come il caro-accise frutta meno del previsto perché i consumi sono crollati (e nemmeno gli scontoni estivi innescati dall’Eni hanno fermato la caduta). D’altra parte, chiunque abbia studiato scienza delle finanze sa benissimo che, anche quando non c’è crisi, più alta è la tassazione più aumenta l’evasione.