Il Tutor arriva in Francia. In ritardo, ma meglio organizzato

Il buon nome della Francia sulla sicurezza stradale vacilla: dopo il primato europeo sulla rapidità nel centrare l’obiettivo Ue di dimezzare la mortalità stradale nello scorso decennio, le ultime statistiche mostrano che il trend di diminuzione è finito: una conferma che occorre stare sempre in guardia e che non esiste un popolo virtuoso e capace in assoluto. Forse anche per questo – ipotizza l’Asaps, che ha dato la notizia in Italia – i francesi hanno dato un’accelerata al varo del loro Tutor, che ha debuttato dieci giorni fa su una strada nazionale vicino a Besançon ed entro l’anno sarà attivato su altre 40 fra strade e autostrade ( http://www.asaps.it/38225-Francia,_via_al_Tutor_transalpino:_si_chiama_%E2%80%9Cradar_tron%C3%A7on%E2%80%9D_e_vigiler%C3%A0_su_strade_nazionali_e_autostradeNessuna_tolleranza_per_il_calcolo_dei_limiti_superati_nella_velo…html ).

Attenzione: nella sostanza il sistema francese è analogo a quello italiano (e d’altronde difficilmente potrebbe essere diverso), ma in Francia bisogna andare più piano perché nella misurazione della velocità media non c’è la tolleranza del 5% che c’è sulla velocità istantanea (e che in Italia si applica su ogni tipo di misurazione, anche se qualcuno capziosamente e infondatamente sulla media vorrebbe applicare il 15%).

Giustamente l’Asaps nota che la Francia arriva in ritardo rispetto a Italia, Gran Bretagna, Germania, Norvegia e Svizzera (e mi pare di ricordare che ci sia anche la Repubblica Ceca, ma sono finalmente in ferie e vado a memoria), ma meglio organizzata. Infatti, per i verbali è stato attrezzato un centro unico nazionale, in grado di smaltirli tutti. Giusto quello che attendiamo in Italia. Ne conosciamo il nome, Cnai (Centro nazionale accertamenti informatizzati), l’ubicazione (il Centro elettronico della Polizia a Settebagni, Roma) e la data di avvio. Il problema sta in quest’ultima: si diceva fine 2010, ma non se n’è avuta più notizia. Così occorre ancora limitare l’uso dei rilevatori, per non ingolfare gli uffici periferici. Provocazione: e se affidassimo tutto ai privati che lavorano per i Comuni e che si sono rivelati tanto efficienti?