Evasione fiscale in cerca di un Tutor

In quella specie di reparto di pronto soccorso in cui ogni pomeriggio si trasformano le redazioni dei giornali, capita spesso che anche giornalisti specializzati su alcuni temi vengano messi a lavorare su tutt'altro: ci sono sempre buchi da coprire e perlopiù emergono all'ultimo momento, alimentando l'effetto-pronto soccorso. Così sul Sole di sabato 18 agosto è uscito un mio articolo in cui riassumo i blitz antievasione fiscale compiuti sotto i riflettori mediatici da Capodanno in poi. Che c'entra con la sicurezza stradale?

C'entra, perché alla fine dell'articolo faccio notare che, se l'evasione è ancora alta come lamentava giusto l'altro giorno il premier Mario Monti, è perché manca un sistema tipo Tutor. Sì, in fondo il problema dell'evasione è un po' come quello dell'indisciplina stradale: s'infrangono le regole perché si sa che tanto la probabilità di essere beccati è molto bassa e compensa ampiamente il rischio. E, quando si mette in campo un sistema come il Tutor che è in grado di controllare interi percorsi senza praticamente lasciare buchi, tutti si adeguano.

In realtà, il paragone non l'ho inventato io. Sono cose che ha scritto giusto un anno fa sul Sole 24 Ore un esperto che da decenni scrive di fisco sulle nostre pagine, Giuseppe Pasquale: il 21 agosto 2011 ha scritto quest'articolo ( Scarica Prevenzione_1), in cui sostanzialmente spiega il concetto e osserva che anche in campo fiscale c'è un Tutor: contro lo scandalo delle compensazioni indebite (pago meno su una tassa perché dichiaro di avere un credito relativo a un altro tributo, anche se non è vero, tanto poi nessuno controlla) è stato imposto l'obbligo di procurarsi un visto di conformità. Da quando è in vigore, gli abusi sono crollati, anche se magari in campo fiscale è più difficile accorgersene rispetto a quello stradale perché le statistiche ufficiali pubblicate sono ancor più lacunose e bisogna essere degli iniziati per trovare le "vere" cifre.

Fisco e sicurezza stradale tornano a coincidere perfettamente quando si pensa che Tutor e visto di conformità servono contro una sola tipologia d'infrazione. Sulla maggior parte delle altre violazioni, il rischio di essere puniti è troppo basso per esercitare una deterrenza. E per aumentarlo non basta inasprire le sanzioni e sbandierare controlli in tv: poi la gente spegne il televisore, scende per strada e vede benissino che può continuare a fare il comodo proprio.

  • marco |

    Manca un dettaglio, se so che non posso violare le regole non è detto che mi ci conformi, può essere che faccia i conti che non mi conviene proprio mettermi in gioco.
    Sarà un caso ma da quando scontiamo anche un irrigidimento nella applicazione delle norme, nei settori sensibili alla logistica quello che per altri Paesi è stato un calo per noi è stato un crollo, ben oltre quello che un aumento frazionale dei costi avrebbe giustificato, pur in momenti di crisi generale.
    Ma cosa invece logica in un Paese nel quale se le norme non le “arrotondi” spesso non fai proprio margine utile nel lavoro, o non fai in tempo a finire le cose in giornata, per tornare al tutor vero e proprio.
    Insomma giustissimo far rispettare le norme ma facciamole bene e comunque teniamoci pronti a non piacevoli conseguenze secondarie se non si riguadagna margini da qualche altra parte.

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