Sul Sole 24 Ore di oggi spiego come mai gli incassi del superbollo sulle auto potenti sono inferiori alle aspettative: c'è gente che per non pagarlo si è convinta a reimmatricolare il veicolo con targa estera e così si perdono pure altri incassi: il bollo normale (a danno delle Regioni), l'Ipt e l'imposta sulle assicurazioni (che va alle Province).
Nelle stesse pagine, tra le pieghe di notizie confortanti sulla tenuta degli incassi per l'Iva nonostante la crisi (perché forse si stanno riducendo gli incassi non fatturati), si legge che ci sono pure settori in cui il gettito è calato e in testa c'è quello dell'auto. Tutto quadra: almeno sull'acquisto di esemplari nuovi giunti in Italia attraverso canali ufficiali (e sono la maggioranza), evadere l'Iva era quasi impossibile e quindi le fatture sono sempre state fatte. Resta così evidemte il calo legato alla crisi, non compensato per nulla dall'inasprimento dell'aliquota (dal 20 al 21%), che anzi può aver contribuito a deprimere ancora di più il mercato. Le organizzazioni di categoria di costruttori, concessionari, noleggiatori, società di leasing e agenzie di pratiche auto denunciano pubblicamente insieme questo pericolo da oltre un anno e i fatti hanno dato loro ragione.
Ora non resta che capire come e quando ci chiederanno di coprire questi nuovi buchi nei bilanci pubblici.