Maxi richiamo Chrysler (ma negli Usa). Viva la trasparenza!

Diciamo subito che questa è la storia di un difetto di un po' di anni fa, dal '93 al 2004 (http://paoblog.wordpress.com/2012/06/21/chrysler-rischia-un-maxi-richiamo-di-jeep-grand-cherokee/). Quindi con questo difetto delle Chrysler la Fiat non c'entra. Né è interessante il difetto in sé. La cosa da notare è che della vicenda si sa tutto: dalle prime segnalazioni ai test condotti per verificarle, fino alle differenti interpretazioni dei risultati tra autorità pubblica e casa costruttrice.

Da questo avrete capito che parliamo di una vicenda tutta statunitense. In Italia (e – diciamo pure – in Europa in generale), sembra che test non se ne facciano per nulla.


Non è proprio così: in realtà, i costruttori indagano sulle cause di difetti e malfunzionamenti, specie quando possono avere ripercussioni sulla sicurezza. Ma poi, visto che le autorità pubbliche non sono assidue, severe e "comunicative" verso il pubblico come quelle Usa (Nhtsa), tutto resta coperto da un velo di mistero.
Evidentemente, ai costruttori va ancora bene così: meglio non allarmare i clienti. E, in effetti, uscendo da decenni di silenzio qualsiasi notizia darebbe l'impressione che qualità e sicurezza peggiorino rispetto al passato. Quindi, c'è una specie di congiura del silenzio, rotta solo episodicamente quando qualche notizia arriva in mano a pochi giornalisti che non si fanno problemi a verificarla e a darla. Se tutti noi iniziassimo a pensare che dietro il silenzio può non esserci la perfezione ma potenziali difetti anche gravi, questi atteggiamenti cambierebbero.