Obiettivo raggiunto: la Fiat è riuscita a far colpo con la sua ultima campagna promozionale, quella della benzina a un euro per i suoi nuovi clienti fino al 2015. Infatti, molti mi chiedono che cosa c'è sotto e anche il Codacons si è fatto venire dubbi. L'impressione è che alla Fiat (o all'agenzia pubblicitaria che ha curato la campagna) si aspettassero queste "attenzioni": gli spot in onda in questi giorni sono costruiti in modo da rispondere allo scetticismo. Ma alla fine degli spot, per evitare le sanzioni dell'Antitrust per pubblicità ingannevole, hanno inserito un'avvertenza che conferma i timori degli scettici.
Infatti, specificano che per ogni modello della gamma viene offerto un quantitativo diverso di litri di combustibile a un euro. Questo significa che questa promozione non è altro che un normale sconto, perché i ribassi di prezzo sono appunto diversi da un modello all'altro (dipendono dal prezzo complessivo e dalla fortuna commerciale di ogni singolo modello). Quindi, c'è da attendersi che siano stati limati i robustissimi sconti cui siamo ormai abituati, per dare ai clienti un beneficio che, in questi tempi di caro-benzina, attira di più l'attenzione.
Ingiustificata è invece la seconda critica del Codacons, che chiedeva di coinvolgere nell'operazione l'Eni (in quanto compagnia di quello stesso Stato che per anni ha dato aiuti economici alla Fiat) anziché l'Ip (da pochi anni venduta dall'Eni ai petrolieri marchigiani Brachetti Peretti, proprietari dell'Api). A parte ogni giudizio sulla provocatorietà "politica" della presa di posizione del Codacons, va detto che la Fiat ha chiesto un po' a tutte le compagnie se fosse possibile mettere in piedi rapidamente un'iniziativa del genere. Cosa non facile, perché c'è da organizzare tutto un sistema di contabilità (peraltro complicato dalle imposte di fabbricazione) ed estenderlo alla rete dei distributori. Ha risposto meglio la Ip. Amen.
Quanto all'Eni, ieri ha svelato la grande mossa che da giorni ci si attendeva (e che stava creando scompiglio nei rapporti tra compagnia e gestori): sconti di 20 centesimi al litro nei weekend estivi, ma solo negli impianti che aderiscono all'iniziativa. Anche le altre compagnie vedono male quest'iniziativa, qualcuno la giudica incomprensibile. Magari qualche associazione di consumatori dirà pure che dimostra quanto siano ampi i margini di guadagno per i petrolieri. A me la verità sembra un'altra: buona parte dei margini è già mangiata dalle inefficienze del sistema, per cui l'Eni rischia di vendere sottocosto. Lo fa perché il suo azionista è il Governo, che deve mettere una pezza alle conseguenze del caro-carburanti sull'economia, innescato dai continui aumenti delle accise. Dunque, lo Stato è costretto a fare cassa subito con le accise e ora, per alleviare un po' la pressione, comprime la parte industriale del prezzo. Ne risentirà il bilancio dell'Eni, ma il danno per le finanze pubbliche è molto minore e si vedrà più in là nel tempo. Col cerino acceso in mano restano le altre compagnie, che verosimilmente dovranno ridurre anche loro i prezzi per continuare a vendere anche nei weekend.