Più bici in giro, più anarchia sui marciapiedi.

Milano è cambiata. Un po' la crisi, un po' le tasse sui carburanti, un po' l'area C, un po' l'aumento delle piste ciclabili, in questi primi quattro mesi che sono tornato ad abitarci, vedo più bici in giro per la città. Un bene? Certo, ci mancherebbe. Solo che, come accade sempre quando l'uso dell'auto viene penalizzato, ne fanno le spese molte persone che non possono permettersi una casa in città: nelle ore di punta, le tangenziali restano strapiene, segno che chi abita fuori spesso non può comunque contare su credibili alternative all'auto. E c'è pure una controindicazione per la sicurezza: le bici si sono impadronite dei marciapiedi, per cui i pedoni devono davvero stare attenti.


Attenzione: non mi riferisco solo a quelle piste ciclabili ricavate alla bell'e meglio sui marciapiedi tracciandovi sopra un sentiero rosso e qualche striscia segnaletica (cose ignorate sia dai ciclisti sia dai pedoni, per cui la circolazione resta affidata al caso). Alludo soprattutto ai ciclisti che vanno sui marciapiedi anche quando non c'è alcuna pista ciclabile.

Capisco che circolare sulla carreggiata faccia sentire particolarmente insicuri, esposti senza riparo alle prepotenze di auto, furgoni, scooter e chi più ne ha più ne metta. Capisco pure l'esigenza di evitare le buche (anche se sotto questo profilo Milano è meglio rispetto ad altre città). Ma immaginate un pedone anziano o una mamma che spinge un passeggino. Capisco che sia sempre meglio che ritrovarsi addosso un motorino, ma insomma….

Sarebbe quindi bene che non ci si limitasse a proclami retorici e buonisti, come quelli che stanno accompagnando l'iniziativa Salvaiciclisti, cui Milano ha prontamente aderito. Occorrerebbe che i vigili iniziassero a dedicare attenzione a questi ciclisti e ne dessero adeguata pubblicità (finora le uniche multe di cui la gente ha notizia sono per le bici parcheggiate sui marciapiedi). Altrimenti s'instaurerebbe una prassi, non dichiarata ma altrettanto pericolosa della possibilità di far circolare le bici contromano su alcune strade adeguatamente segnalate, che tante polemiche ha scatenato due mesi fa, quando il ministero delle Infrastrutture ha espresso un parere favorevole.

  • no name |

    Credo sia giusto dividere il problema in due. Una è la rinascita dell’uso della bici, favorita dal bike sharing e dall’oggettiva facilità d’uso, pur con rischi non indifferenti (ma con gli scooter non si rischia certo di meno).
    L’altra parte riguarda l’indisciplina e arroganza degli utenti della strada: pedoni, ciclisti, scooteristi e guidatori si comportanto tutti con la stessa grinta. Cuffia della musica nelle orecchie, telefonino in mano per mandare l’immancabile sms e totale disattenzione per tutto ciò che li circonda.
    Pochi giorni fa aspettavo una persona a una fermata dell’autobus. Era ora di punta e mi sono messo a studiare i mezzi in transito, accodati sotto la pioggia. Bene, nonostante condizioni meteo poco favorevoli, almeno il 70% dei guidatori stava trafficando col telefonino sebbene la colonna sfilasse davanti a me a singhiozzo… E vogliamo parlare dei pedoni che si buttano giù dal marciapiede con le cuffie nelle orecchio, incuranti della frenata del tram per evitarli?
    Purtroppo c’è da chiedersi a che cosa servano gli oltre 3000 vigili urbani milanesi… A un anno dal cambio di giunta, ben poco è cambiato in termini di disattenzione verso le infrazioni. Sia chiaro, di tutti!

  • mario.g.siniscalchi |

    Vogliamo parlare dei ciclisti che bruciano i rossi?
    E di quelli che ti sbucano contromano?

  • GoldWing98 |

    Il problema è che i vigili urbani difficilmente si “sporcano le mani” a multare le bici, perchè, non avendo targa, non è possibile multare i ciclisti e mandare comodamente la multa a casa, senza “affrontarli”.
    Quindi i ciclisti indisciplinati fanno quasi sempre il loro comodo.
    E non solo sui marciapiedi: guardate quanti passano col rosso! Come se passare col rosso con una bici fosse meno pericoloso che farlo con una moto o un’auto! Lo è anzi di più, ma loro lo fanno, perchè sono in pratica impuniti!

  • ML |

    Non solo i marciapiedi, ma anche le cuffie. Milano è piena di ciclisti con la musica nelle orecchie che non si rendono conto del pericolo che corrono e che fanno correre agli altri isolandosi dall’ambiente.
    In qualsiasi caso, un pedone che si ritrova una bicicletta sulla caviglia o su uno stinco non rischia solo un livido, ma anche fratture. E in quanto a regole chiare e precise, anche in Italia ci sono.
    Prima di mettersi in sella a una bicicletta bisogna imparare ad andarci; non è sufficiente saperci stare in equilibrio. Ve lo dico da automobilista, da ciclista e da pedone.
    PS: il caschetto non è una cosa pittoresca, ma uno strumento utile anche se il cds non lo impone.

  • Modesto |

    Per queste faccende abbiamo ancora tanto da imparare dai paesi scandinavi.
    Perchè in quei paesi non c’è nessun conflitto tra pedoni, ciclisti, motociclisti e automobilisti?
    Semplicemente perchè ci sono delle regole chiare e precise che sono rispettate da tutti.
    Qualcuno si ricorda di cosa sia l’educazione civica,il rispetto degli altri,le buone maniere, etc.?
    Io, in giro per Milano, di queste buone abitudini ne vedo raramente.
    Se non ci abitueremo mai a essere prima di tutto dei cittadini civili, non meritiamo una vita democratica. Le nostre città rischiano di diventare sempre più caotiche,conflittuali e stressanti.

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