Adesso finalmente si capisce qualcosa in più sull'incidente costato la vita ieri a un bambino in provincia di Treviso mentre la mamma lo lasciava davanti alla scuola. Le prime notizie riportavano una dinamica apparentemente inspiegabile: il bimbo sarebbe sceso dall'auto e la cinturina dello zaino si sarebbe impigliata, lasciandolo attaccato all'auto che ripartiva. La madre non se ne sarebbe accorta e avrebbe trascinato il figlio per un centinaio di metri.
Poi pare sia emerso che:
– l'auto in realtà era un camper (dunque, rispetto a una comune vettura, il conducente ha una visibilità migliore davanti e peggiore di lato e dietro;
– il bimbo sarebbe stato trascinato per molto meno di 100 metri e sarebbe morto solo perché, con la rottura della cinturina, sarebbe caduto rimanendo travolto dalle ruote posteriori del camper.
Una tragedia che spezza il cuore, perché ha colpito un bimbo innocente e la sua famiglia. E perché è stata causata da una serie di circostanze che ha dell'incredibile. Ma non per questo bisogna abbandonarsi al fatalismo: è un'occasione per capire l'importanza delle procedure.
Sì, le procedure. Quelle che dovresti ripetere sempre e che ti fanno sentire ridicolo. Come ti fanno apparire ridicoli i piloti dell'aereo su cui stai partendo, quando vedi che aspettano troppo tempo prima di muoversi un metro in avanti o li senti dire agli assistenti di volo di prepararsi al decollo (non sono già abbastanza grandi e vaccinati da capire che si sta arrivando all'inizio della pista?). Eppure le procedure nei trasporti pubblici non su gomma ci sono, sono rigide e perlopiù si rispettano. Un motivo ci sarà pure…
Quindi è bene imporcele anche in auto. Soprattutto in fasi "stupide", come proprio le manovre a bassa velocità. E non basta attenersi al Codice della strada. Per esempio, alla mamma del bimbo morto ieri, per essere in regola nel ripartire davanti alla scuola, bastava solo mettere la freccia e guardare verso sinistra per capire se sopraggiungeva un altro veicolo. E invece, stando su un camper, sarebbe stato consigliabile adottare la procedura di guardare pure nel retrovisore esterno destro, per vedere se la fiancata (poco visibile dal posto guida, su veicoli del genere) era "libera".
Un'altra raccomandazione che vale per tutti è quella di guardare in tutti e tre i retrovisori, in successione rapida e alternata di continuo, mentre si fa retromarcia. Anche quando si ha la ragionevole certezza che non ci sia nessuno. Perché è già successo di bambini schiacciati nel garage di casa da genitori in manovra.
Per fortuna, almeno in retromarcia, anche la tecnologia più semplice può darci una mano: bastano i diffusissimi sensori a ultrasuoni, montabili pure su auto sprovviste in origine. Ce li vendono come ottimi per evitare di graffiare l'auto in parcheggio, ma "valgono" molto di più.