I soldi delle multe: chi li nasconde e chi li chiede

C'è poco da fare: quando si parla di soldi per la sicurezza stradale, si tocca un tasto dolente. Lo confermano le ultime due storie, al limite dell'incredibile.

Nella prima, è protagonista la Fondazione Luigi Guccione, che si è sottoposta al calvario di chiedere ai Comuni più grossi a quali scopi hanno destinato gli incassi delle multe. Secondo voi, com'è andata a finire?

La seconda storia è invece l'ambiguo atteggiamento della Provincia di Pavia nei confronti dei Comuni del suo territorio che hanno postazioni fisse di controllo della velocità.


La Fondazione Guccione ha incontrato spesso un muro di gomma. Del tutto prevedibile: per questo dicevo che aveva deciso di sottoporsi a un calvario, in quanto quelli sono dati che nemmeno il ministero delle Infrastrutture riusciva a ottenere, nonostante i Comuni siano obbligati dal Codice della strada a fornirglieli. Qui leggete i particolari della vicenda (Scarica FLG UN TRIBUNALE PER AVERE QUEL CHE E' DOVUTO). A me non resta che ricordare che da un anno e mezzo il Codice prevede – finalmente – anche sanzioni per i Comuni inadempienti. Ma sono sanzioni inapplicabili.

Quanto al caso-Pavia, la Provincia è partita bene, con una dichiarazione  contro il malcostume delle multe usate solo per fare cassa. Ma poi ha parlato di nuovi controlli, giustificati da un'emergenza sicurezza stradale non meglio precisata (e invece i cittadini dovrebbero saperne di più, in modo da condividere gli scopi delle iniziative dell'amministrazione, altrimenti arriviamo alle solite rivolte in cui s'infilano capziosamente anche i pirati della strada). Ma, soprattutto,a sua volta chiesto parte dell'incasso ai Comuni che hanno postazioni di rilevamento su strade provinciali, altrimenti avrebbe revocato l'autorizzazione a tenerle. Si spera almeno che s'impegni a utilizzare queste risorse per mantenere meglio quelle stesse strade, come vorrebbe l'articolo 25 della riforma del Codice, che giace inattuato da un anno e mezzo.

  • giancar |

    “E invece in molti già negli anni Novanta non hanno nemmeno risposto ai sollecito, facendo cadere in desuetudine anche la pura comunicazione del dato”
    E permettimi Caprino, per me hanno fatto benissimo.
    I comuni sono subissati di incombenze, resoconti, statistiche annuali da inviare agli uffici statali.
    E’ ora che lo Stato faccia camminare i propri ispettori e vada a vedere come stanno realmente le cose sul territorio.
    Forse molte anomalie cesserebbero.
    [risponde Maurizio Caprino] Far camminare 40 persone per ottomila Comuni?

  • giancar |

    perchè i comuni non dovrebbero destinare una quota dei proventi per i fini stabiliti dalla legge (art. 208) ?
    Sono spese che comunque vanno fatte e destinarci un 5% in più o in meno non fa la differenza per un comune.
    Tuttal più si verifica che quelle risorse individuate sulla percentuale degli introiti sono comunque insufficienti rispetto agli intereventi che comunque vanno fatti.
    No, credo che le pressioni siano state fatte e orchestrate da chi aveva interesse a spostare certe risorse dalle casse dei comuni a quelle di altri enti e di chi aveva interesse a tutelare i propri interssi insieme a quelli dei propri affliati, i contravventori.
    E’ stato accertato che salvo che in rarissime eccezioni l’entità degli introiti non basta assolutamente a pagare il personale che fa i controlli e le attrezzature e gli strumenti che essi utilizzano.
    [risponde Maurizio Caprino] Se il problema fosse solo questo, i Comuni non avrebbero difficoltà a inviare le comunicazioni formali, anche per far vedere che loro sono a posto ma i problemi restano e quindi vanno risolti in modo più sostanziale. E invece in molti già negli anni Novanta non hanno nemmeno risposto ai sollecito, facendo cadere in desuetudine anche la pura comunicazione del dato.

  • giancar |

    Concordo Caprino ma
    gli interventi si fanno in corso d’anno.
    Se è necessario rifare la segnaletica orizzontale a Gennaio si rifà la segnaletica, se serve mettere dei gard rail a Febbraio si mettono i gard rail.
    Cosa serve destinare i proventi con il bilancino in fase di bilancio preventivo quando è noto che l’importo delle contravvenzioni è la cosa più aleaotoria che può esistere in un ente ?
    Non sarebbe stato sufficente stabilire che una quota parte dei proventi (magari il 60%) va destinata alle spese vincolate e lasciare ai comuni su quali voci spendere e agli organismi dello stato i controlli su ciò che è stato realmente fatto ?
    [risponde Maurizio Caprino] L’articolo 208 è diventato via via più articolato nel tempo, sia per ragioni “di bandiera politica” (come le piste ciclabili del ministro verde Edo Ronchi negli anni Novanta) sia per pressioni varie. Ma le pressioni venivano perlopiù causate dalla mancata destinazione dei proventi alle finalità di sicurezza già stabilite. Insomma, un cane che si morde la coda.

  • giancar |

    l’articolo 208 del codice della strada parla chiaro.
    In sintesi, almeno il 50% degli incassi deve avere una destinazione vincolata.
    1/4 della quota vincolata va alla sicurezza stradale, un altro quarto va alla sistemazione della segnaletica stradale, la restante quota va per acquisto di mezzi tecnici e per progetti e assunzioni finalizzate all’incremento del controllo stradale.
    Basta pertanto un bambino per capire che basta andare a vedere nei bilanci (pubblici) dei comuni e acquisita la somma stimata in entrata verificare se i capitoli di spesa soddisfano le disposizioni normative.
    I giornalisti lo possono fare con facilità senza continuare a ciulare nel manico con i comuni poco trasparenti e che “fanno solo cassa”.
    Lo stato però vuole di più, vuole che ognuno sia l’esattore di se stesso.
    Lo stato nuon vuole fare controlli vuole che i comuni li facciano per suo conto.
    Chiedono pertanto l’impossibile.
    L’ho detto su questo forum mille volte.
    Se io comune faccio la delibera e la trasmetto al Ministero ove dico che destinerò 20 dei 100 euro che incasserò con le multe alla sicurezza stradale, altri 20 per la segnaletica e 40 per gli apparecchi tecnici.
    Nel momento che al posto di incassare 100 in quell’anno incasso 60, mettiamo il caso che ho già speso i 20 euro per la segnaletica, come faccio a destinare gli altri 20 euro per la sicurezza stradale ?
    Nessuno a mai risposto alla mia domanda.
    [Risponde Maurizio Caprino] Il problema riguarda tante altre poste di bilancio, perché la contabilità pubblica ruota tutta attorno ai bilanci preventivi. Quindi parliamo di un problema che si è posto spesso. E perlopiù viene risolto con gli assestamenti di bilancio. Anche perché nessuna norma impone di dar corso già il primo gennaio agli impegni di spesa preventivati per l’anno: si può prima vedere come vanno gli incassi e in seguito modulare le spese.

  • Comitato "F. Paglierini" |

    Segnaliamo 2 inziative partite dal ns Comitato sull’argomento, una recepita dalla Prov. di Ferrara, accolta all’unanimità dal Consiglio Provinciale, l’altra in fase di “sollecitazione”. A Ferrara sono in atto sperimentazioni di “tutor” anche sulle strade provinciali, dopo le autostrade. Abbiamo acconsentito a dare il ns assenso a una condizione: che gli introiti fossero destinati al 50% alla sicurezza – informazione e manutenzione delle strade. La ns proposta, come detto, è stata recepita ed è testo nella delibera che è stata assunta. 2° proposta: l’Emilia Romagna è tra le poche Regioni in Italia – se non forse l’unica – a non avere competenza e responsabilità diretta su neppure 1 cm. di strade che la percorrono. Abbiamo stilato una “mozione” (che inoltriamo via email alla Redazione del Sole), il cui testo è stato inoltrato a tutti i Consigli Provinciali e Consigli Comunali della Regione per chiedere che una percentuale consistente dei bolli auto, incamerati dalla Regione (450 milioni di euro l’anno), siano ristornati a Province e Comuni a cui tocca la responsabilità gestionale dell’85% del patrimonio viario e che oggi ricevono in tutto circa 17milioni di euro – il 3,78% dell’introitato. asso_sic_stradale@tiscali.it

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