Certo, l'auto era nata con targa tedesca. Ma dal 2008 quella Mercedes Classe A (acquistata probabilmente d'importazione parallela) aveva regolare targa italiana, con tanto di carta di circolazione che (come sempre in questi casi) menziona la precedente immatricolazione estera. Eppure l'altro giorno la Polizia municipale di Prato ha chiesto al guidatore anche il libretto originale tedesco. E, visto che il documento non c'era (ovvio: va lasciato alla Motorizzazione quando si nazionalizza il veicolo), lo hanno multato. Un'inezia: 39 euro, a confermare che la vicenda appare più comica che altro. Ma il verbale contiene l'invito di prammatica a esibire il documento mancante, un invito giustificato dalla natura della violazione ma impossibile da rispettare data la situazione.
La questione si risolverà in una bolla di sapone: appena il verbale finirà sulla scrivania di un responsabile della Polizia municipale, partirà una lettera al prefetto con la richiesta di annullamento in autotutela (all'insegna del principio "abbiamo sbagliato, fermiamo tutto prima di far danni al cittadino e a noi stessi, soprattutto se poi lui ci fa causa"). Ma un paio di cose vanno sottolineate.
Quel verbale è davvero troppo "creativo": accerta una violazione dell'articolo 180 del Codice della strada, che elenca tassativamente i documenti da tenere a bordo, tra cui ovviamente non può esserci la carta di circolazione originaria quando ce n'è un'altra regolarmente valida al momento del controllo. L'articolo 180 si sarebbe potuto usare solo per invitare il cittadino a fornire le informazioni o i documenti obbligatori o che comunque l'autorità di polizia ritiene necessari per la sua attività di accertamento di violazioni amministrative al Codice della strada. Se poi il cittadino non avesse ottemperato entro il termine stabilito dagli agenti, sarebbe scattata una sanzione ben più pesante, prevista dallo stesso articolo 180: 398 euro.
Ma per quale motivo gli agenti hanno ritenuto necessaria la carta di circolazione tedesca? Evidentemente per controllare la data completa di prima immatricolazione e risalire così al termine entro cui il veicolo andava sottoposto a revisione (essendo un'auto entrata in circolazione nel 2007, il dubbio ci sta tutto). Ma a tutto questo pensa già la Motorizzazione, che, tra le tante note del riquadro 3 della carta, mette anche quella col mese entro cui il mezzo va revisionato. Accade – vado a memoria – dal 1999 o comunque da quegli anni. Ma questo i vigili non lo sapevano…