Nella guerra europea sui futuri requisiti di sicurezza e antinquinamento delle moto, si sta combattendo su tutti i fronti tranne che su quello dei dispositivi di protezione dei motociclisti. Insomma, continueremo ad avere solo l'obbligo del casco, mentre dispositivi come airbag e paraschiena integrati nell'abbigliamento, pur efficaci, resteranno confinati al nostro personale scrupolo di utenti della strada che tengono a se stessi e a non gravare sulle disastrate casse dell'assistenza pubblica (anche se in Germania qualcuno ha iniziato a tagliare i risarcimenti per chi non si protegge anche oltre ciò che è strettamente obbligatorio). Forse uno stimolo in più (necessario anche per avere la forza di trovare questi prodotti, che sono pochi e poco reperibili) verrà dal lavoro che sta facendo la Polizia stradale. Che, vincendo la storica inerzia delle istituzioni italiane verso tutto ciò che non è obbligatorio per legge, ha deciso di partecipare a un importante studio sugli incidenti ai motociclisti per capire quante vite e invalidità si risparmierebbero se si usassero in modo esteso i dispositivi di protezione più avanzati (Scarica Polstrada PROGETTO STEP Comunicato Stampa ok).
L'iniziativa è stata annunciata ieri all'Eicma di Milano (dove la Stradale ha programmato tutta una serie di attività Scarica Polstrada – EICMA) ed è importante: quante volte abbiamo scritto che mancano studi per verificare tutta una serie di ipotesi che facciamo su sicurezza e insicurezza? Quante volte abbiamo lamentato che le vere cause degli incidenti restano nascoste perché solo su pochi (i più gravi) s'indaga, mentre negli altri casi ci si ferma ai "rilievi di rito" e poi via, perché non c'è tempo e non si può bloccare a lungo il traffico?