Della Thema, che troverete nelle concessionarie Lancia da domani, avete probabilmente già letto molto. A parte le solite fanfare che alcuni colleghi suonano "a prescindere", non è stato nascosto il fatto che si tratta di un modello "di ripiego": non avendo risorse per sviluppare un'ammiraglia Lancia con tutti i crismi (che scaldi i cuori come aveva fatto per l'ultima volta nel 1984 il lancio della prima Thema), si è presa la Chrysler 300 e le si è messo su il marchio della casa torinese. Operazioni analoghe si faranno per altri modelli della casa americana: in Europa non si vedrà più lo stemma Chrysler e questo è forse l'unico modo per mantenere quello Lancia, che più volte ha rischiato di essere soppresso negli ultimi 15 anni.
Ma sarebbe ingiusto trascurare alcuni dettagli di questa Thema. Salteranno più all'occhio le raffinatezze di finitura, come i rivestimenti di legno-che-sembra-legno, tipo il mitico Rosa Bubinga africano delle Thema restyling del 1988. Fatto non scontato: per esempio, sulla Infiniti M sono tanto lisci da sembrare finti. Ma vanno apprezzati soprattutto certi dettagli di sicurezza, nascosti o quasi: io li ho visti e sono rimasto piacevolmente sorpreso. Anche perché – onestamente – mi sarei aspettato che l'ufficio stampa li avesse sottolineati con più enfasi.
Infatti, come la Thema dell'84 segnò la prima volta dell'Abs su una vettura di produzione italiana, quella di oggi accompagna il debutto del cruise control attivo. In entrambi i casi, sono stati esordi tardivi: l'Abs si era visto già nel '79, il cruise attivo una decina di anni fa, in entrambi i casi sulle ammiraglie Mercedes per poi allargarsi a un bel po' di modelli di costruttori esteri, prima di arrivare in Italia (e chissà quanto altro tempo passerà prima di avere dispositivi all'avanguardia come i costosi visori notturni). E in entrambi i casi parliamo di accessori solo opzionali (ma sotto questo aspetto la concorrenza non fa meglio e comunque nell'allestimento top, l'Executive, la Thema di oggi il cruise attivo ce l'ha di serie).
Inoltre, la nuova ammiraglia è incredibilmente curata sotto il profilo della sicurezza dei bambini. Incredibilmente perché è un'auto fondamentalmente per adulti (si potrebbe dire anche "commendatori") e perché sono molti i modelli a creare difficoltà nel montaggio dei seggiolini. Per certi aspetti legati ai bambini, la Thema batte modelli più prestigiosi, costosi e votati al trasporto di famiglie "ingombranti" come quelle con famiglia, come la Bmw Serie 5 Touring. Mi riferisco al fatto che, se infilate la mano tra lo schienale e la seduta del divano posteriore, trovate ben sei agganci Isofix sul divano posteriore, in modo da poter montare nel modo più sicuro possibile tre seggiolini, garantendo pari protezione ad altrettanti bambini. Una rarità assoluta, tanto che la Serie 5 ne ha solo due: chi siede al centro non ne "ha diritto" (un controsenso, visto che auto così grosse sono tra le poche a poter ospitare tre seggiolini allineati).
Non solo: dando uno sguardo alla cappelliera, scoprite che c'è persino l'attacco per il top tether (il "braccio superiore" che caratterizza alcuni seggiolini tra i più sicuri, in alternativa alla "gamba" che fa perno sul pavimento dell'auto, ingombrando di più e richiedendo più attenzione nel montaggio).
Peccato che tutta quest'attenzione ai bambini non sia valorizzata dal crash test Euroncap, dove la Thema si ferma a un non eccezionale 77%. Ma non perché non protegga al meglio: colpa dell'impossibilità di disattivare l'airbag anteriore, il che preclude il trasporto dei bimbi più piccoli davanti. Secondo alcuni, ciò può essere addirittura una fortuna, perché è più sicuro mettere tutti i bambini dietro (ma quanti genitori lo capiscono?), anche se ci sono situazioni in cui il guidatore è un solo adulto e il neonato richiede di essere controllato a vista, cosa impossibile con i seggiolini di quella categoria (che sono rivolti contromarcia) installati dietro.
A chi fa pesare troppo l'origine Chrysler della Thema di oggi si può rispondere che pure quella di ieri era figlia di un progetto condiviso: con la Saab e con l'Alfa (all'epoca ancora dell'Iri), senza contare che dalla stessa piattaforma il gruppo Fiat ricavò anche la Croma, ammiraglia più "plebea". Certo, quella fu un'iniziativa pensata fin dal primo momento in funzione di più marchi, mentre oggi si è trattato di mettere il marchio Lancia su un'auto che fondamentalmente c'era già (tanto da arrivare al paradosso di dare la trazione posteriore all'ammiraglia di una marca che sin dal 1960 aveva scelto e orgogliosamente mantenuto quella anteriore, sposata dagli altri costruttori non premium solo 25 anni dopo e solo per ragioni economiche).
Ma, nei fatti, tutto questo conta poco perché la gente non lo percepisce: la prima Thema seppe farsi "perdonare" l'origine e scaldare i cuori perché era la prima ammiraglia all'altezza dopo un quindicennio di "oscurantismo" (le Beta e le Gamma degli anni Settanta non erano all'altezza della tradizione) e perché aveva motori brillanti con tenuta di strada molto buona (la stabilità molto meno, ma di quello la gente comune si accorge poco in situazioni normali). Un mix che fece affacciare per la prima volta molti automobilisti italiani sulla soglia dei 170 all'ora e più in autostrada (all'epoca gli autovelox erano pochissimi e poco funzionali). Un disastro per la sicurezza (tutti all'improvviso si sentivano campioni, pur senza capire assolutamente nulla di guida), ma fu la chiave per fare della prima Thema una vettura mitica. Insieme al fatto che la concorrenza tedesca o era moderna ma con motori fiacchi (Audi e Mercedes) o brillante ma con linea vecchia e tenuta da brivido (Bmw serie 5, che risaliva al '72).
Oggi, in epoca di Tutor, di crisi e di concorrenza tedesca che ha sbaragliato tutti, quali speranze di successo ha la nuova Thema? Essenzialmente sono speranze legate al prezzo: bisognerà vedere concretamente con gli sconti, ma un listino compreso tra 41 e 51mila euro lascia pensare che si possano risparmiare fino a 10mila euro rispetto alle tedesche più quotate. Non poco. Piuttosto, la clientela potrebbe essere spaventata dall'assenza di un motore sotto i tre litri. E sembra improbabile si possa aggiungere un quattro cilindri da un paio di litri come sulle tedesche più recenti: il gruppo Fiat ne avrebbe addirittura due (il 1.9 biturbo da 190 cavalli e 400 Nm della Delta e il 2.0 da 170 cavalli e 350 Nm di Giulietta, 159 e Freemont), ma adattarli al montaggio longitudinale (per la trazione posteriore) costa e porta a poco, visto che la Thema rispetto alle tedesche pesa anche due quintali in più (forse anche perché usare estesamente l'alluminio avrebbe fatto salire costi e prezzi).
Altro possibile punto di debolezza, l'esordio del diesel col vecchio cambio automatico a cinque marce, che non si è mai distinto e ora non è paragonabile col moderno otto marce offerto sul benzina. Arriverà anche sul diesel, pare. Speriamo presto.