In punta di piedi, le lentezze della Protezione civile nel dare l'allarme-maltempo sono entrate anche nella vicenda dell'alluvione in Lunigiana: ieri le ha denunciate il sindaco di Aulla (Ms). Problema analogo a quello di cui si è sussurrato due settimane fa per il nubifragio di Roma. Solo casualità? Mezzucci per dirottare l'attenzione sulle proprie mancanze o addirittura sulle connivenze sull'abusivismo? Non saprei. Ma sono certo di una cosa: nemmeno i gestori di strade si fidano degli allerta meteo della Protezione civile.
Per esempio, Autostrade per l'Italia ha assunto da poco uno dei colonnelli più famosi delle previsioni del tempo in tv: ora il metereologo lavora a tempo pieno sui dati delle zone di volta in volta ritenute più a rischio, in modo da dare informazioni tempestive a chi deve decidere se chiudere un tratto o no. Sembra evidente che brucia lo smacco subìto per la nevicata di quasi un anno fa a Firenze, con tanto di polemiche e convocazioni al ministero.
E nell'ambiente degli addetti ai lavori si sa che viene suggerito a tutti i gestori di strade di battere canali alternativi alla Protezione civile, soprattutto per avere previsioni dettagliate a livello locale: basta una nevicata concentrata su pochi chilometri di salita per tagliare in due l'Italia. Un paradosso: tanta sensibilità dell'opinione pubblica a eventi del genere era nata proprio per una lavata di testa data dalla Protezione civile agli stessi gestori nel 2005: Guido Bertolaso li accusò di "dormire".