Patenti facili a Roma e Palermo, Motorizzazione sulla graticola

I nuovi esami per la patente fatti in aule con computer isolate dal mondo funzionano: è facile beccare i furbi che si fanno suggerire le risposte dall'esterno. Ma, quando il suggerimento viene dall'interno, non c'è aula blindata che tenga. E purtroppo fatti del genere continuano a succedere, come ci ricordano le cronache di ieri: a Roma s'indaga su chi ha favorito alcuni stranieri (tra cui – si dice – il calciatore Vucinic), mentre a Palermo è stata condannata una funzionaria della Motorizzazione per lo scandalo patenti facili scoppiato a gennaio.


Sarebbe ingeneroso tacere che alla Motorizzazione c'è chi si fa il sangue marcio ogni volta che vede colleghi coinvolti in fatti del genere. E chi sta indagando a Roma ci ha tenuto a precisare di essere stato aiutato a smascherare i corrotti proprio perché altri alla Motorizzazione hanno fatto il proprio dovere. Ma non si può dimenticare che le cronache danno notizie di questo tipo un po' troppo spesso. Un problema che bisogna affrontare. Cosa non facile, visto che non è facile arrivare a far condannare definitivamente i colpevoli e allontanarli dal servizio è ancora più difficile. Tanto che a volte le stesse persone finiscono in più indagini, anche per fatti che accadono a distanza di anni e in altre province, dove nel frattempo erano state trasferite.

Questi sono fatti. Ammetto però che quelle sulla frequenza di episodi all'interno della Motorizzazione sono solo sensazioni, magari dovute al fatto che il mio occhio è più sensibile su materie del genere. E allora perché non monitorare la situazione, per capire quali sono gli uffici più critici? Il ministro Brunetta, che ha contato una per una le auto blu e intrapreso mille altre iniziative tra mille clamori, non potrebbe farci una mappa della corruzione?

  • A |

    Mi permetto di precisare alcune cose, visto che conosco molto bene la motorizzazione di Palermo. Le indagini e i conseguenti arresti avvenuti a Palermo lo scorso Gennaio riguardano fatti di corruzione avvenuti nel 2008 e quindi prima che gli esami per il conseguimento della patente venissero uniformati al resto d’Italia con l’inserimento delle procedure informatizzate.
    A quel tempo infatti a Palermo erano ancora consentiti gli esami orali per gli extracomunitari e per coloro i quali dichiaravano di non essere in possesso della licenza media e quindi di non comprendere bene la lingua italiana in forma scritta. Adesso Palermo vanta un primato positivo: Palermo insieme a Catania sono le uniche 2 motorizzazioni dell’isola ad avere allestito aule informatizzate di ultima generazione, che risultano essere parecchio più efficaci di quelle di Roma o di altre città italiane.
    La differenza principale consiste nell’istallazione di telecamere che riprendono tutta la seduta d’esami e trasmettono le immagini fuori dall’aula in dei grossi monitor visualizzabili da chiunque. In tal modo l’esame è pubblico e trasparente. Chiunque potrà verificare che comportamenti come quelli posti in essere dai funzionari di Roma, a Palermo non sarebbero possibili. Ribadisco che a decorrere dal 09/09/2010 a Palermo per conseguire la patente A o B si fanno ESAMI! Sfido chiunque a dimostrare il contrario!!!!
    Ci tenevo a precisare queste cose perchè io faccio parte di quelle persone che fanno sangue marcio ogni volta che la reputazione dell’ufficio per cui lavora viene fatta a brandelli per colpa di qualche coglione che evidentemente ha nostalgia dell’italietta da 4 soldi che vende l’anima al diavolo per un pugno di euro.

  • marco |

    La funzionaria arrestata a Palermo era della motorizzazione, non della Motorizzazione.
    ..traduco, essendo la funzione lì stata regionalizzata da decenni è dipendente della Regione Sicilia assegnata a quell’ufficio e non dipendente dalla Direzione (statale) MCTC che non ha quindi responsabilità alcuna a riguardo, se non quella di aver consentito che in molte regioni le patenti le rilascino altri, e questo non aiuta certo uniformità di procedure e soprattutto di controlli.
    Che poi le procedure ed i tempi di prescrizione studiati per far sempre uscire dai guai indenni politici ed imprenditori salvino anche funzionari pubblici corrotti “in proprio” e non solo quelli inseriti nei meccanismi di cui sopra come volevasi, questo è conseguenza inevitabile del sistema.
    En passant, mettere a svolgere funzioni delicate gente molto meno pagata dei privati delle agenzie che hanno per controparte, non è forse cosa intelligentissima, a meno che quello delle patenti permeabili non sia proprio il risultato voluto, per ovvi motivi di gettito fiscale indotto.
    Tra l’altro sono una vera follia normativa gli esami orali per coloro che dichiarano di non avere dimestichezza con la lingua italiana, voluti proprio per calciatori stranieri e badanti e maggiordomi delle signore dei Parioli e divenuti subito facile via di malaffare.
    In qualsiasi Paese civile se non hai dimestichezza con la lingua lì usata per le indicazioni stradali la patente non te la fanno fare proprio.
    [risponde Maurizio Caprino] Sì, in Sicilia c’è questo strano assetto, che tanti disguidi ha provocato soprattutto in passato (per dirne una, nel 1998 raccontai che con questo sistema non si riusciva a capiva se le poche attrezzature delle all’epoca malandate sedi isolane della Motorizzazione dovessero essere riparate dallo Stato o dalla Regione). Però il problema di cui parlavo si pone indipendentemente dalla casacca indossata dal responsabile: ci sono casi dappertutto, perché il nodo sta nella funzione svolta e nel sistema sanzionatorio, uguali ovunque.

  • mauro |

    Mi sembrano condivisibili le parole di condanna dei fatti connessi a presunti fenomeni di corruzione della pubblica amministrazione in materia di rilascio di patenti, ma le nuove norme in materia non aiutano di certo i cittadini extracomunitari che conoscono non perfettamente la lingua italiana a conseguire la patente di guida creando una massa critica che spesso finisce col cercare le strade opache per risolvere il problema.
    Credo che anche da questo lato si potrebbe operare per risolvere i problemi del settore e di persone che riteniamo valide per accudire i nostri vecchi o per compiere mansioni che non vogliamo piu’ svolgere per poi dimenticare che hanno il diritto di cittadinanza anche in questo settore.

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