I nuovi esami per la patente fatti in aule con computer isolate dal mondo funzionano: è facile beccare i furbi che si fanno suggerire le risposte dall'esterno. Ma, quando il suggerimento viene dall'interno, non c'è aula blindata che tenga. E purtroppo fatti del genere continuano a succedere, come ci ricordano le cronache di ieri: a Roma s'indaga su chi ha favorito alcuni stranieri (tra cui – si dice – il calciatore Vucinic), mentre a Palermo è stata condannata una funzionaria della Motorizzazione per lo scandalo patenti facili scoppiato a gennaio.
Sarebbe ingeneroso tacere che alla Motorizzazione c'è chi si fa il sangue marcio ogni volta che vede colleghi coinvolti in fatti del genere. E chi sta indagando a Roma ci ha tenuto a precisare di essere stato aiutato a smascherare i corrotti proprio perché altri alla Motorizzazione hanno fatto il proprio dovere. Ma non si può dimenticare che le cronache danno notizie di questo tipo un po' troppo spesso. Un problema che bisogna affrontare. Cosa non facile, visto che non è facile arrivare a far condannare definitivamente i colpevoli e allontanarli dal servizio è ancora più difficile. Tanto che a volte le stesse persone finiscono in più indagini, anche per fatti che accadono a distanza di anni e in altre province, dove nel frattempo erano state trasferite.
Questi sono fatti. Ammetto però che quelle sulla frequenza di episodi all'interno della Motorizzazione sono solo sensazioni, magari dovute al fatto che il mio occhio è più sensibile su materie del genere. E allora perché non monitorare la situazione, per capire quali sono gli uffici più critici? Il ministro Brunetta, che ha contato una per una le auto blu e intrapreso mille altre iniziative tra mille clamori, non potrebbe farci una mappa della corruzione?