Una storia triste che arriva da uno dei pochi salotti buoni di Napoli, il Vomero. Per fortuna non riguarda una persona, ma purtroppo potrebbe poi coinvolgere un bambino: c'è di mezzo un segnale che (pur in modo discutibile, per l'esiguità del limite e la superfluità del pannello "a passo d'uomo) dovrebbe far rallentare vicino a una scuola e invece è finito nella munnezza.
Incuria? Mancanza di fondi? Bizantinismo delle norme che lega le mani a tutti? Fate voi. Vi lascio al racconto dell'associazione napoletana che ha sollevato il caso.
Lettera di una (ex) palina segnaletica napoletana
Sono una palina segnaletica o, meglio, ero una palina segnaletica. Uno di quei pali cilindrici, per intenderci, che reggono segnali stradali. Adesso vi racconto la mia triste storia. Per circa due anni ho prestato servizio a Napoli, nel quartiere Vomero, ad un incrocio ove è ubicata una scuola con tanti bambini. Portavo due cartelli, il primo per segnalare un limite di velocità e un altro per invitare le auto ad andare “a passo d’uomo”, logico vista la presenza dei ragazzini. Le disgrazie sono iniziate il mese scorso, quando, dopo un brutto colpo assestatomi alla base, mi sono ritrovata inclinata di oltre venti gradi rispetto alla mia posizione verticale. Appena mi hanno vista così, sbilenca e pendente come la famosa torre, in tanti si sono prodigati per segnalare l’accaduto agli uffici comunali competenti. Ma l’unico risultato ottenuto è stato che mi hanno legata con un nastro colorato di plastica ad un vicino cestino per rifiuti. Così bardata, ho resistito per un paio di settimane ma, poi, un colpo di vento più forte mi ha definitivamente ridotta alla posizione orizzontale. Mi sono dunque ritrovata riversa a terra, a faccia in giù. Ma poiché così potevo intralciare il passaggio, qualcuno ha pensato di trovarmi un’altra collocazione, trasportandomi accanto ai più vicini contenitori per i rifiuti, immaginando che tra i tanti cumuli d’immondizia che sommergono il capoluogo partenopeo avrei potuto trovare un nuovo utilizzo: “a passo d’uomo”, anzi “a passo di lumaca” o, se preferite, “di gambero”, così come procede, quando procede, la raccolta dei rifiuti solidi urbani sotto il Vesuvio.