Ma davvero pensiamo di combattere il malcostume stradale usando l'arma fiscale? Stamattina su Radio24 l'assessore milanese al Bilancio, Bruno Tabacci, spiegava di sì, difendendo con lucide argomentazioni l'annuncio di controlli su chi lascia l'auto in un posto riservato ai disabili. Tabacci aveva la solita oratoria che lo fa sembrare una persona competente, seria ed equilibrata in ogni talk show cui partecipa. Non metto in dubbio che sia effettivamente così: non lo conosco personalmente e quindi non ho motivo per sparargli addosso. Solo che in questa storia il Comune di Milano sembra non aver fatto i conti con un banale dettaglio: spesso è materialmente impossibile sapere su chi fare questi controlli.
Infatti, chiedetevi come ci si dovrebbe comportare nel caso in cui il veicolo sia intestato a un'azienda. Caso non così raro in una città come Milano: si sa da sempre che il Nord-Ovest è l'area in cui circolano più auto aziendali (tanto da essere il mercato su cui i noleggiatori più si danno battaglia) e che chi ha davvero i soldi gira su auto intestate non a sé ma a società (magari di comodo).
Tanto per dirne una, dubito fortemente che la grossa Jeep in livrea mimetica con cui Lapo Elkann ha bloccato ieri corso San Gottardo (mandando in tilt un buon numero di linee di tram) fosse intestata a lui. Obietterete che in casi così clamorosi c'è per forza un vigile che deve restare a presidiare il blocco fino a quando non arrivano il carro attrezzi o il conducente, che quindi ha discrete possibilità di essere identificato. Avete ragione. Ma, se è una persona molto ricca, non chiedete di applicare sanzioni da sballo proporzionate al reddito, come oggi chiede Paoblog: a parte la complicazione del calcolo (quale importo scrivere sul verbale? entro quanti giorni imporre di pagare, visto che c'è da reperire la dichiarazione dei redditi, fare il calcolo e notificare l'importo?), finirebbe come con la supertassa prevista dalla manovra oltre i 300mila euro, applicabile solo a chi dichiara cifre del genere e non a tutti quelli che le guadagnano.
Dunque, ancora una volta gli evasori fiscali pagherebbero meno. Salvo avviare verifiche fiscali su ogni caso sospetto, il che è materialmente impossibile. E, se anche fosse possibile, originerebbe altro contenzioso: spesso gli accertamenti fiscali si basano su presunzioni degli addetti al controllo, magari poi smentite dalle Commissioni tributarie.