Non so da dove cominciare nel commento della notizia che ci sarebbe un boom di targhe personalizzate, con le scritte più bizzarre. Perché questa notizia, riportata il 16 maggio nelle cronache milanesi de "Il Giornale", è in realtà un coacervo di (pochi) elementi veri e di clamorosi abbagli. A partire da quello di base: nel sistema d'immatricolazione italiano, le targhe personalizzate esistono solo sulla carta (che peraltro ne limita il contenuto, perché bisogna sempre avere due lettere, tre cifre in mezzo e altre due lettere in coda) e ci resteranno per chissà quanti anni ancora.
Quelle di cui dà conto il cronista sembrano invece targhe di altri Paesi (innanzitutto la Gran Bretagna), in cui effettivamente la personalizzazione c'è ed è spinta. Tanto spinta che qualcuno ha potuto persino farsi stampare la scritta "PI1IRLA" o altre simpatiche parole al posto della normale (e casuale) combinazione di lettere e numeri assegnata di solito in sede d'immatricolazione. Generalmente sono cose viste su auto di pregio o vere e proprie supercar sportive. Di qui il sospetto che la vera notizia sia un'altra: che ci siano italiani ricchi e desiderosi di infrangere il Codice impunemente che hanno trovato la quadratura del cerchio circolando con targhe straniere (cosa che è legale solo per un anno, anche se i controlli sono quasi impossibili). Anche se nell'articolo si dice che sono targhe da poco in distribuzione in Italia.
Nella confusione dell'articolo, si arriva a dire che questo sistema addirittura favorisce ordine e legalità.
Peggio ancora, lo si fa dire a Tullio Mastrangelo, comandante della Polizia locale di Milano (non di uno sperduto paesello), secondo cui rintracciare il titolare di una targa del genere sarebbe più facile. Credo che in realtà Mastrangelo si riferisse non alle targhe personalizzate, ma a quelle personali, che sono uguali a quelle normali ma seguono il proprietario quando vende un veicolo e ne acquista un altro. Se non arriveranno variazioni di legge, tutte le nostre targhe attuali diventeranno personali e quindi ce le terremo finché guideremo: lo ha voluto l'estate scorsa la riforma del Codice (emendamento di Silvano Moffa), prevedendone l'entrata in vigore il 1° febbraio dell'anno prossimo. Un sistema discutibile, che è ancora in attesa del regolamento attuativo (dovrebbe essere adottato entro agosto, ma ho seri dubbi che arrivi in tempo); ne riparleremo, perché molti operatori si augurano che non lo attuino mai (le difficoltà maggiori riguarderanno il bollo, a fronte di vantaggi che bisogna ancora ben capire dove sono).
Spero di aver chiarito un minimo la strana vicenda delle "targhe pirla".