Oggi, tra i commenti dei lettori pubblicati dal Corriere della Sera, c'era quello di un signore che lamenta come su vecchie e strette strade consolari siano consentiti anche i 90 all'ora, mentre su nuove strade a doppia carreggiata siano talvolta imposti i 70. A prima vista, una clamorosa incongruenza. Che poi è il motivo per cui Sergio Romano, che cura la rubrica, ha selezionato questa lettera per la pubblicazione. Ma con questa scelta Romano – noto editorialista, ex-ambasciatore e grandissimo esperto di storia e politica nazionali e internazionali (ho avuto il privilegio di assistere a un paio di sue lezioni quasi vent'anni fa, quando era già affermato) – non ha fatto altro che sposare considerazioni banali.
In realtà, può benissimo essere che la velocità di sicurezza su una strada stretta possa essere superiore a quella di un'arteria più larga. Anzi, a ben vedere, tanta gente ogni giorno prende multe e causa incidenti proprio perché ingannata dalla larghezza della strada.
Infatti, più asfalto si ha attorno e meno si ha la sensazione della velocità. Tanto che in pista anche andando a 200 all'ora e più su un rettilineo sembra di stare fermi (è un po' come un aereo a 10mila metri di quota, che pare lentissimo anche se sta sfiorando i mille chilometri orari). Inoltre, il fatto che una strada sia larga non esclude che possa essere attraversata da un incrocio o da una confluenza pericolosi, in cui all'improvviso possono sbucare un pedone, un trattore, una bici. Magari non vi succede per 999 volte in cui percorrete quella strada, ma la millesima può essere quella fatale. Ed è per questo motivo che il gestore impone il limite basso. Certo, lo fa per rimediare alla propria incapacità di realizzare una strada davvero veloce, ma tant'è.
Viceversa, una vecchia strada stretta e dritta potrebbe avere un tratto privo di incroci, accessi da proprietà laterali e così via. In condizioni del genere, il limite di velocità generale extraurbano (90 all'ora, come nota il lettore del Corriere) può essere benissimo superato senza rischiare più di tanto. Ma, paradossalmente, pochi lo supereranno rispetto ai 70 all'ora imposti su strade più larghe: le scarse dimensioni della carreggiata amplificano la sensazione di velocità, per cui a molti a 90 all'ora sembrerà quasi di volare.
Ovviamente poi ci sono situazioni in cui Romano e il suo lettore hanno assolutamente ragione: le strade italiane sono piene di incongruenze (e credo di usare un eufemismo). Però non si può pensare che sia sempre così. Perché non è vero e perché ragionare solo in base alla larghezza della sede stradale inganna. Tenetelo bene a mente.