Come scegliersi il casco contro la strage primaverile dei centauri

Come ogni primavera, i motociclisti si riversano in strada. Un po' per la mancanza di allenamento e un po' per l'aggressività indotta dalla possibilità di sfogare le voglie represse durante l'inverno, è proprio questo il periodo in cui fanno tanti, troppi errori. Il problema c'è da sempre e ne ho vista nitida la conferma nelle statistiche dell'ospedale milanese di Niguarda, dove c'è il pronto soccorso specializzato sui traumi più importante d'Italia: in questa stagione, c'è da anni un boom di ricoveri di motociclisti. Ma se ne parla tanto solo ultimamente e qualcuno lo sfrutta anche per lanciare iniziative come corsi di guida sicura (certamente non gratuiti).

Sull'onda di tutto ciò, ieri il Tuv Rheinland (una delle componenti dell'organismo tedesco di certificazione, stabilitasi ora anche in Italia) ha diramato un utile vademecum sulla scelta dei caschi (Scarica Caschi consigli Tuv). Un tema che in Italia è ancora caldo.


Infatti, è ancora abbastanza recente la polemica sui caschi regolarmente omologati che – secondo Altroconsumo – sarebbero finiti in commercio con lotti difettosi (quindi pericolosi) non conformi alle caratteristiche dei prototipi. La vicenda si è poi sgonfiata, perché pare che i criteri con cui erano stati condotti i test di Altroconsumo fossero opinabili. Ma la vicenda un segno deve averlo lasciato, se è vero che il Tuv Rheinland dichiara un aumento dei fabbricanti di caschi che chiedono la certificazione volontaria dei loro prodotti. Nessuna certificazione è proprio infallibile, ma meglio che niente…

  • GoldWing98 |

    Saluto gino roca e condivido l’importanza delle protezioni. Sottolineo però un aspetto, che purtroppo spesso passa in secondo piano: serve a poco che ci siano protezioni omologate, se poi il capo che le contiene non lo è (come avviene nella maggior parte dei casi).
    Per restare nel campo dei paraschiena, quasi tutti i giubbotti con paraschiana integrato (estraibile o meno) non sono omologati (è omologato solo il paraschiena, non il giubbotto). Quindi non si ha alcuna certezza che, in caso di caduta, il paraschiena resti al suo posto e svolga la sua funzione. Un paraschiena che, al momento dell’impatto, scivola sotto al sedere serve a poco…
    Oltre al fatto che, a volte, le omolgazioni sono risibili, come quando leggo sulle istruzioni di alcune protezione per pantaloni “utilizzabili per temperature tra 20° e 25°”; ma credono che andiamo in moto con l’aria condizionata?!
    Infine un appello alla comodità delle protezioni; nei miei viaggi in moto guido 12 ore al giorno, anche per oltre un mese di seguito: non ho ancora trovato un parachiena omologato sopportabile in quelle situazioni. Il migliore protettore non serve a nulla se, essendo scomodo, il motociclista non lo usa.

  • Florian |

    Purtroppo la moto rimane un mezzo molto pericoloso anche se il conducente è corretto e calmo. Basta che qualcun’altro ti sfiori e sei per terra.

  • gino roca |

    Maurizio carissimo, come sai per più di trent’anni, prima sui giornali e poi con Tg2Motori, ho fatto il tuo stesso mestiere. Ma sono anche un motociclista. Vorrei, tu che ne hai la possibilità essendo io ormai fuori dal giro, che continuassi in questa battaglia. C’è un accessorio che noi motociclisti, soprattutto col caldo, sottovalutiamo: il paraschiena, formidabile alleato per salvarsi da traumi che spesso condannano i motards all’invalidità permamente. Non se ne vedono molti in giro forse per colpa di un tristo correttismo estetico, di uno sghembo narcisismo o di un’avversione quasi antropologica. I formidabili voli dei piloti della motogp si concludono con un sorriso ammaccato solo grazie a quell’accessorio ritenuto ingombrante dai piloti della domenica che poi incrementano le statistiche dei pronto soccorso.
    [risponde Maurizio Caprino] Sì, questo è un altro problema importante che cerco di seguire periodicamente. Qualche volta, ci sono notizie che permettono anche di fare un po’ di sano “terrorismo”, come quella che diedi ppchi mesi fa sul risarcimento decurtato al motociclista che non aveva l’abbigliamento tecnico (http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/2011/01/motociclista-senza-tuta-protettiva-risarcimento-tagliato-in-germania.html). Cercherò di tenere alta la guardia.

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