Come ogni primavera, i motociclisti si riversano in strada. Un po' per la mancanza di allenamento e un po' per l'aggressività indotta dalla possibilità di sfogare le voglie represse durante l'inverno, è proprio questo il periodo in cui fanno tanti, troppi errori. Il problema c'è da sempre e ne ho vista nitida la conferma nelle statistiche dell'ospedale milanese di Niguarda, dove c'è il pronto soccorso specializzato sui traumi più importante d'Italia: in questa stagione, c'è da anni un boom di ricoveri di motociclisti. Ma se ne parla tanto solo ultimamente e qualcuno lo sfrutta anche per lanciare iniziative come corsi di guida sicura (certamente non gratuiti).
Sull'onda di tutto ciò, ieri il Tuv Rheinland (una delle componenti dell'organismo tedesco di certificazione, stabilitasi ora anche in Italia) ha diramato un utile vademecum sulla scelta dei caschi (Scarica Caschi consigli Tuv). Un tema che in Italia è ancora caldo.
Infatti, è ancora abbastanza recente la polemica sui caschi regolarmente omologati che – secondo Altroconsumo – sarebbero finiti in commercio con lotti difettosi (quindi pericolosi) non conformi alle caratteristiche dei prototipi. La vicenda si è poi sgonfiata, perché pare che i criteri con cui erano stati condotti i test di Altroconsumo fossero opinabili. Ma la vicenda un segno deve averlo lasciato, se è vero che il Tuv Rheinland dichiara un aumento dei fabbricanti di caschi che chiedono la certificazione volontaria dei loro prodotti. Nessuna certificazione è proprio infallibile, ma meglio che niente…