In Giappone il terremoto si risolve in una settimana, in Italia una frana può bloccarci per mesi

Ospito volentieri questa nota del mio collaboratore lucano Gennaro Grimolizzi, sottolinenando che riguarda non un caso particolarmente sfortunato ma un'emergenza che si sta facendo continua: oltre alle frane che vi segnalo in questa sezione del blog, ricordo il caso di Montaguto, che ha bloccato per mesi una ferrovia di importanza nazionale (la Napoli-Bari) e per un periodo ancora più lungo ha fatto restare chiusa la statale attigua (fortuna che c'è l'autostrada!).


di Gennaro Grimolizzi

In Giappone le autostrade sono state ricostruite pochi giorni dopo il terribile terremoto dell'11 marzo. In Italia mettere in sicurezza un costone franoso diventa un'impresa, prima di tutto per individuare il soggetto competente per gli interventi. Un tratto della Strada Statale 93, che collega la Puglia alla Basilicata, è chiuso da ben due mesi all'altezza di Rapolla, in provincia di Potenza. Il borgo ai piedi del Monte Vulture è isolato. A gennaio le piogge abbondanti han no provocato una frana ed il Comune, per ovvii motivi di sicurezza, ha emesso un'ordinanza con la quale è stato chiuso al traffico il tratto interessato. Da qui il rimpallo delle competenze. Sollecitata dall'amministrazione comunale, la Regione ha rilevato che il consolidamento del costone, se necessario, deve essere effettuato dall'Anas. Il gestore della rete stradale a sua volta ha fatto sapere che, essendo interessato il centro abitato, le spese per gli interventi devono essere a carico del Comune. L'ex sindaco, Nicolino Acucella, alla guida del paese per oltre un decennio, dice che i suoi concittadini sono "ormai ostaggi in casa propria".
Ma oltre al danno la beffa. Sulla SS 93 i segnali indicano, prima di raggiungere Rapolla, la deviazione sulla Strada Provinciale 90. Già, la stessa strada della quale poche settimane fa (si ved a il post del 7 marzo) denunciavamo lo stato pietoso in cui si trova: assenza di segnaletica (compresa quella orizzontale) buche profonde che fanno maledire gli automobilisti quando le sospensioni vengono messe a dura prova, manto stradale in pessime condizioni, carreggiata che si trasforma nei pressi di una cava in una mulattiera larga due metri, massi anche di diversi quintali che si staccano da un costone roccioso. Dalla padella alla brace…

  • andrea105 |

    in tono pacato, vorrei rispondere a Paoblog;
    il post non riguarda la normale manutenzione delle strade, bensì la rimessa in pristino dopo frane o eventi tellurici/atmosferici eccezionali;
    in tal caso mi sembra inutile esser in grado di eliminare gli effetti del cedimento di una strada, se si accetta di tenere in esercizio un impianto nucleare che può rendere inabitabile l’area per 30.000 anni

  • Paoblog |

    Vien però da chiedersi che c’entra il nucleare con un post sulla manutenzione delle strade.

  • Angelo |

    Poco più in là della frana di Montaguto, la statale 90 bis, in territorio di Montecalvo Irpino è chiusa al traffico per un ponte pericolante. La situazione era nota da tempo, anche il progetto di rifacimento è pronto da tempo. Mancano i soldi! Lo Stato per il 2010 non ha stanziato fondi per la manutenzione straordinaria delle strade statali della Campania e così non è più possibile andare da Benevento a Foggia percorrendo una strada statale. I disagi ai residenti sono enormi, il percorso alternativo è di circa 25 chilometri di strade di montagna dissestate. Le vie alternative sono interrotte al traffico per delle frane. http://www.irpino.it/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=112&Itemid=169

  • andrea105 |

    mi si può rispondere che vicino a noi ci sono le centrali nucleari francesi e della Slovenia, ma l’errore (e l’azzardo) altrui non mi sembra una buona ragione per spararsi sul piede

  • andrea105 |

    da questo punto di vista, preferisco abitare in Italia, che ha abbandonato il nucleare da 25 anni (e la recente decisione di tornare al nucleare sembrerebbe sul punto di essere rivista);
    a cosa serve rimettere a posto le strade franate, se l’ambiente viene contaminato dal plutonio e resta inabitabile per 30.000 anni?

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