I due giovani pallanotisti morti sull’A4 e l’amico ubriaco

Oggi una delle storie strappalacrime che possiamo trovare sui giornali è quella dei due giovani (21 e 22 anni) campioni della pallanuoto "travolti sulla A4 da un ubriaco" domenica mattina poco prima delle cinque, dopo essersi ribaltati per evitare altri due veicoli che si erano tamponati. Per carità, fa certo impressione vedere spezzata in questa maniera la vita di due "ragazzi-modello" e non ho alcuna intenzione di mettere in dubbio che lo fossero davvero. Ma, proprio per questo, attiro la vostra attenzione su un particolare emerso dalle cronache che, se confermato, la dice lunga sull'incultura stradale che c'è anche nell'Italia migliore: stando al "Corriere della Sera", pare che sia risultato positivo all'alcol (e non di poco: 1 g/l, il doppio del consentito) anche l'amico che stava guidando l'auto con i due atleti. Che cosa voglio dire?


Che nemmeno l'Italia migliore capisce che con l'alcol non si scherza, tanto più a quelle ore, quando si mischia con la stanchezza (quando si è idonei alla guida, non dovrebbe essere così difficile su un'autostrada dritta e "vegliata" dal Tutor come quel tratto di A4 evitare altri due veicoli fermi). Le campagne per il Bob (il guidatore designato, destinato a restare sobrio per riportare gli altri a casa) si sono fatte, ma non sono bastate nemmeno nell'Italia migliore. E anche nell'Italia migliore i ragazzi appena sopra i vent'anni probabilmente si comportano come i liceali su cui nel 2007 avevano condotto ricerche sia La Sapienza di Roma (per la Polizia stradale) sia la Fondazione Iard (per il gruppo assicurativo Zurich Italia): quando si esce in gruppo, anche i più assennati hanno paura a mostrarsi tali. Quindi, per esempio, come gli altri bevono e non allacciano la cintura di sicurezza (almeno quando siedono dietro).

 

Ps: in queste ore, i pensieri prevalenti sull'accaduto nell'opinione pubblica e in chi mi sembrano invece orientati a rilanciare la possibilità di condannare per omicidio volontario chi causa un incidente mortale dopo aver fatto qualcosa di particolarmente sconsiderato come aver preso droga o tanto alcol. In particolare, si chiede l'istituzione di un nuovo reato, quello di "omicidio stradale", in modo da non entrare nel solito pantano del Codice penale e della dottrina attuali, che impongono di verificare se ci fosse anche un minimo di intenzione di uccidere (cosa spesso impossibile da dimostrare). Si moltiplicano quindi i segnali di sensibilità al problema e quindi sembra aprirsi una nuova stagione, come ho sentito alla radio stamattina. Ribadisco che però si aprirebbe un altro problema: qualcuno sarebbe pronto ad arrivare alla Consulta sostenendo l'incostituzionalità di una norma che istituisca tale reato. Certo, non è detto che poi la Consulta gli dia ragione, ma non illudiamoci che le cose siano facili.

  • Florian |

    C’è bisogno di molti più controlli della polstrada. Se ubriachi, confisca dell’auto, denuncia per tentato omicidio, ritiro della patente (anni). Se si è commesso incidente mortale denuncia per omicidio volontario. Sai che l’alcol turba la guida? SI. E allora non è omicidio colposo.
    Per non parlare che oramai in A4 3 corsie non bastano più. 2 sono sempre invase dai mezzi pesanti che non rispettano i limiti.
    [risponde Maurizio Caprino] La confisca del veicolo è già attiva dal 2009 quando il tasso alcolemico supera 1,5 grammi/litro.

  • V.Torni |

    Non sarebbe necessaria una nuova fattispecie di reato,basterebbe applicare correttamente la normativa attuale.
    Il codice prevede infatti una specie di aggravante per il reato di omicidio colposo,cioè il ” dolo eventuale” ,che in parole povere significa una colpa talmente grave da essere equiparata alla volontarietà. questo comporterebbe l’applicazione di sanzioni analoghea quelle previste per l’omicidio volontario.
    Ancora una volta siamo di fronte alla discrezionalità del magistrato,che (come sivede)può applicare correttamente e compiutamente le leggi, oppure renderle di fatto inapplicate.
    [risponde Maurizio Caprino] Il solo eventuale è stato bocciato più volte in appello o in Cassazione, per questo si pensa a un reato ad hoc.

  • Luca |

    Ci si lamenta sempre che le “disgrazie si abbattono dal cielo”… Noi non abbiamo facoltà di annullare la probabilità che una disgrazia si verifichi….ma possiamo ridurre di molto questa probabilità, e nella stragrande maggioranza dei casi, riusciremmo a evitarle…
    I miei complimenti all’autore per aver posto la questione: in casi come questi, la cosa utile è imparare perchè una disgrazia si è verificata e far sì che non si ripeta più.

  • 59raf |

    Sono notizie che forse non piacciono ma e’ importante dare per dovere di cronaca e perche’ aiutano a capire come avvengono gli incidenti.Ma perche’ non si sa mai come un incidente si e’ svolto realmente neppure ad indagini concluse? Quando succede un incidente “le cause sono al vaglio degli inquirenti” …… e’ giusto e logico nell’immediatezza ma questo lascia sempre un alone di fatalita’ all’evento mentre spesso la fatalita’c’entra ben poco.
    [risponde Maurizio Caprino] La risposta è semplice: il giornalismo è ridotto alla pura cronaca. Le inchieste sono pressoché scomparse. Al pubblico sembra stare bene così, figurarsi agli editori (che così risparmiano).

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