Se leggete "Il Sole-24 Ore" di oggi, trovate il quadro bizantino delle regole sui controlli automatici (soprattutto di velocità) e delle distorsioni che hanno causato e tuttora causano. Tutto nasce dalla guerra tra quei Comuni che con i controlli hanno fatto più cassa che sicurezza e non pochi politici (magari anche colleghi di partito di quei sindaci) che hanno cercato consenso nella pancia dei cittadini vessati imponendo per legge limiti assurdi a tutti i controlli (anche quelli che una motivazione di sicurezza ce l'hanno). L'incongruenza delle leggi con la realtà ha poi innescato un giro vizioso dal quale non usciremo se non con una riforma seria e una sua altrettanto seria applicazione (hai detto niente!). Si sono infatti create situazioni ormai inestricabili. Guardate il caso di Firenze, che cito brevemente anche sul giornale di oggi.
Il caso degli autovelox illegali ormai lo conoscete: sto contribuendo a scoperchiarlo da mesi. Per il Comune si è pian piano aperta una falla che inghiotte praticamente tutte le postazioni automatiche installate in città: nessun viale sottoposto al controllo sarebbe classificato come strada urbana di scorrimento, condizione richiesta dalla legge per l'accertamento degli eccessi di velocità in assenza di agenti in carne ed ossa. Come mi segnala Paolo Giachetti, la linea di difesa del Comune è quella di far valere lavori che sarebbero stati fatti nel tempo su quei viali per portarli agli standard delle strade di scorrimento. Dunque, nella sostanza i requisiti per i controlli automatici ci sarebbero, anche se non c'è mai stata una delibera di riclassificazione formale di quelle strade. Da quanto si sta vedendo nelle prime sentenze, sembra che i giudici di pace stiano badando più al dato formale, dando torto al Comune.
D'altra parte, questo non sembra solo un capriccio dei soliti magistrati onorari sotto sotto interessati a fomentare il contenzioso e a carpire la benevolenza dei cittadini: ho ripescato una notizia del 30 settembre 2009 (Scarica Prefettura di Firenze – Autovelox), secondo cui la stessa Prefettura (che aveva autorizzato le postazioni automatiche!) aveva ribadito la necessità di un utilizzo solo in presenza di agenti, perché quei viali non sono classificati come strade urbane di scorrimento. Dunque, il Comune pare difendere l'indifendibile, almeno per quelle che sono le leggi in vigore.
Viva l'Italia!