Che tristezza leggere che il primo dispositivo di sicurezza avanzato destinato ad essere premiato da Euroncap sarà un allarme di cambio di corsia involontario. Non che non sia utile, per carità. Anzi, è stato premiato perché oggi è utilissimo. Ma ciò mi fa seriamente riflettere su che cosa sia diventato guidare oggi per moltissime persone: un distrarsi con telefonini, navigatori e tablet. E una noia mortale, che può far perdere il controllo dell'auto anche a bassa velocità su strada dritta o può causare colpi di sonno. Perché è in queste circostanze che il dispositivo serve davvero (all'uscita di corsia per errore di guida o eccesso di velocità badano ancora gli occhi del conducente e l'Esp, nei limiti del possibile). Con buona pace delle pubblicità delle case automobilistiche che inneggiano a piacere di guida e benessere nell'abitacolo, seguite a ruota da tanti, troppi articoli giornalistici.
Si può obiettare che il colpo di sonno può venire anche perché si guida a lungo. Ma i gestori autostradali ci dicono che le percorrenze medie si accorciano sempre più: ora per spostarsi tra grandi città spesso si può contare sui treni ad alta velocità e le compagnie aeree, per fortuna, hanno molto ampliato l'offerta (magari contando anche su generosi aiuti di varie istituzioni locali o, nel caso dell'Alitalia rediviva, su un robusto intervento governativo e una moratoria sulle regole antitrust).
D'altra parte, guidare in zone molto popolate molto spesso offre solo il "panorama" del paraurti del veicolo che precede. Tanto più al Nord, dove il traffico è sempre sostenuto e le uniche curve interessanti per un appassionato sono quelle di qualche svincolo di tangenziale (certo, ci sono le strade di montagna, ma non poche di esse sono ridotte a succursali di centri abitati). E infatti, quando viaggio da quelle parti non posso fare a meno di pensare al contrasto tra il parco vetture (il migliore che si possa vedere in Italia) e le condizioni della viabilità: uno spreco di turbocompressori a geometria variabile, cerchi da 17, quadrilateri e multilink, costretti a stare in processione. Quanto potrà durare ancora, prima che la gente ridimensioni ancora di più la sua domanda di auto in generale e di "belle auto" in particolare?
I costruttori ne sono preoccupati e questo traspare anche dall'editoriale che il direttore di "Quattroruote" ha scritto un paio di mesi fa. Un editoriale inusuale, perché affrontare certi argomenti è storicamente stato visto come "parlare di corda in casa dell'impiccato".
P.S.: siamo poi così sicuri che in Italia l'allarme per il cambio involontario di corsia funzioni tanto? Si basa su una telecamera che "legge" le strisce della segnaletica orizzontale. Che spesso sulle nostre strade (soprattutto ordinarie) si vede poco o è addirittura fuorviante (soprattutto per "merito" di tanti lavori raffazzonati).