Pochi mesi fa, la Dacia ha annunciato di essersi ormai liberata delle diffidenze dei consumatori italiani verso le auto low cost: glielo ha indicato una ricerca commissionata apposta (Scarica DACIA IN ITALIA). Bel traguardo, non c'è che dire: finché si parla di biglietti aerei low-cost è tutto facile, mentre l'acquisto di un bene durevole da qualche migliaio di euro rende tutti circospetti. Ma attenzione: contrariamente a quanto pare accada nel settore aereo, in auto il low cost può costare in termini di sicurezza. Guardate il risultato della nuova Dacia Duster nel test Euroncap.
Non è confortante vedere che il primo modello Dacia nato con una certa dose di ambizione (è esteticamente curata ed una suv, anche se costa quanto una medio-piccola) riesca ad assicurare una protezione appena sufficiente a torace e cosce nell'impatto frontale e al collo nel tamponamento (si è risparmiato sull'appoggiatesta?). Altri punti sono stati persi per l'assenza dell'Esp dalla dotazione di serie. E dire che l'Esp ha ormai un costo industriale ridicolo e che su un veicolo a baricentro alto ci starebbe sempre bene.
Dunque, una prestazione analoga a quella delle altre due Dacia lanciate negli anni scorsi (Logan e Sandero), che però hanno un'immagine più dichiaratamente low cost e hanno un progetto più anziano. E dire che, come nota anche il capo di Euroncap, la Dacia fa parte del gruppo Renault, cui non mancano certo le tecnologie per la sicurezza e la progettazione delle scocche mirata a conquistare le cinque stelle nei crash-test (anzi, dieci anni fa era stato il costruttore generalista che ha preceduto senza incertezze i concorrenti, su questi fronti).
Di fronte a questi risultati, ritorna una domanda che si era giustamento posta "Quattroruote" qualche anno fa: a parità di prezzo, meglio una low cost nuova o un'auto usata di marchio tradizionale? Per chi sa valutare in che condizioni è una vettura di seconda mano in modo da evitare bidoni, la scelta giusta pare essere la seconda.