Andiamoci piano. La notizia del furgone "colto" a 1230 all'ora da un autovelox su una superstrada pugliese è certamente ghiotta. E infatti ieri ha impazzato sui mezzi d'informazione. Ma, non sapendo ben spiegarsi che cosa può essere accaduto, i giornalisti ci hanno montato un po' di panna sopra, tanto più che l'argomento si presta: l'idea che un autovelox possa scambiare la nostra tranquilla andatura per il passaggio di un caccia supersonico inquieta il lettore e lo incuriosisce. Così oggi il povero comandante della Polizia municipale di Oria (Brindisi) ha dovuto diramare una nota per stoppare tutti.
In realtà, non c'era nemmeno bisogno di una nota ufficiale. Basta sapere un minimo come funzionano queste cose per rendersi subito conto che può essersi trattato solo di un errore di trascrizione sul verbale: non è l'autovelox che dà i numeri. Se non altro perché non è progettato per rilevare velocità così alte, come dimostra banalmente il fatto che il display si ferma a tre cifre.
Dunque, il problema sta in come è stato scritto il verbale. Una realtà che però solo in apparenza è più tranquillizzante rispetto all'ipotesi dell'autovelox impazzito. Perché oggi ormai i verbali non si scrivono più come normali lettere, ma usando appositi software. Che prevedono la correzione degli errori palesi e certamente una velocità a quattro cifre è palesemente incongrua. Quindi, non ha funzionato il software o l'operatore ha ignorato la segnalazione di errore?