Stavolta le polemiche sulla Fiat riguardano il possibile spostamento della testa dell'azienda a Detroit. Con buona pace delle cronache strappalacrime arrivate pochi mesi fa proprio dagli Usa, quando alla presentazione della 500 per il mercato americano la comunicazione ha molto battuto sull'orgoglio nazionale italiano. Ma queste sono faccende ben più serie dei semplici aspetti emozionali e le lasciamo agli esperti veri. Piuttosto, concentriamoci su un aspetto paradossale e potenzialmente critico del prodotto di questa Fiat dei due mondi: il motore a gasolio della nuova ammiraglia, che rispolvererà il glorioso nome "Thema", ultima Lancia di segmento abbastanza alto ad aver avuto successo (oltre vent'anni fa).
La (scarsa) attenzione dei più sull'argomento si limita al fatto che la vettura è praticamente uguale alla Chrysler 300, il che rimette le possibilità di successo dell'operazione sostanzialmente alla sola comunicazione (pubblicità vera e propria e capacità di persuasione di pubblico e giornalisti). "Quattroruote" di febbraio, invece, va oltre e c'informa che le Thema turbodiesel (prevedibilmente la versione che sarà più venduta in Europa) avranno un bel motore sei cilindri a V di tre litri di cilindrata e 230-240 cavalli. Insomma, finalmente vedremo un'ammiraglia italiana a gasolio con un motore adeguato alla concorrenza tedesca, che da fine anni Novanta ha staccato definitivamente la concorrenza di casa nostra anche per la capacità di offrire dei tre litri common rail velocissimi e parchi. Per la verità, questo nuovo motore non è farina del sacco Fiat, ma un'occasione aperta dalla crisi Gm (l'italiana Vm lo aveva progettato per una Cadillac poi abortita), ma non è questo il punto. Il quesito vero, infatti, è: un bel motore turbodiesel grande è ancora necessario per sfondare in quel segmento di mercato?
La storia, come scrivevo, dice sì. Ma i tempi sono cambiati. Non solo perché oggi in autostrada c'è il Tutor, che negli ultimi anni ha fatto abbassare la cresta a molti guidatori di berlinone tedesche abituati ai 200 all'ora (anche se non sanno nemmeno che cosa significano in termini di guida). C'è anche il fatto che proprio chi ha inventato i "tremila sprint", la Bmw, ora sulla nuova Serie 5 (concorrente di elezione della Thema) spinge su un quattro cilindri due litri (che ha comunque 184 cavalli, quasi gli stessi del primo tremila common rail, quello della mitica 530d del '99, anche se va considerato che come al solito il modello più recente pesa di più). Una questione non solo di economia nei consumi e nel costo di produzione, ma anche un modo per abbassare la media delle emissioni di CO2 della gamma, in modo da essere meno colpiti dalle "multe" europee che scatteranno su ogni esemplare che supera i 130 g/km e saranno di entità proporzionale ai grammi di sforamento rispetto al limite.
Insomma, il dubbio è che, come già accaduto in passato, la Fiat arrivi ad aggredire una nicchia di mercato dai buoni profitti giusto quando la moda finisce e i profitti scendono. Ci sarà anche una Thema turbodiesel col duemila quattro cilindri (che oggi arriva a 170 cavalli, su 159 e Giulietta)?