Dieci anni fa, la Renault Laguna appena lanciata impressionò l'Europa: fu la prima vettura che ottenne le cinque stella nel crash-test EuroNcap. L'anno scorso, invece, ha preso le cinque stelle il 65% delle auto provate da quest'organismo europeo che analizza la sicurezza dei veicoli. E in realtà la percentuale sarebbe stata ben più alta se nel frattempo l'EuroNcap non avesse rivisto i meccanismi di attribuzione dei punteggi, introducendo ulteriori test e valorizzando anche la presenza di serie di determinati accessori di sicurezza: nel 2009, ultimo anno prima di queste novità, si era arrivati al 90% (Scarica Euro NCAP's best performing cars of 2010). Applausi per tutti!
Ma, tra le pieghe, permettetemi qualche riflessione. Diversa dalla solita secondo cui molto dipende anche dai parametri di velocità e posizione che si scelgono per la prova d'urto.
Innanzitutto per la Laguna: la serie attuale è sì migliore rispetto a quella che dieci anni fa fece scalpore, ma ha perso il vantaggio rispetto alla concorrenza. L'hanno fatta più comoda e con motori migliori, ma l'evoluzione non si è spinta nel campo dei dispositivi di sicurezza avanzati (Acc, rilevatori di pedoni e veicoli nell'angolo morto eccetera) come altre berline e station grandi (penso in particolare a Passat, Mondeo, S60-V60). Anche se tali dispositivi non sono ancora molto considerati nei parametri EuroNcap (tanto che tra le prime di categoria tra le auto grandi c'è la BMW Serie 5, che li ha praticamente tutti ma spesso solo optional).
Poi EuroNcap segnala come modelli peggiori tra quelli provati nel 2010 la Citroen Nemo (che la stessa base di Fiat Qubo e Fiorino e Peugeot Bipper) e la Landwind CV9. Quindi una tutto-spazio compatta derivata da un mezzo commerciale e una monovolume cinese. A conferma che gli standard adottati sui veicoli imparentati con modelli da lavoro (per quanto trovate estetiche simpatiche mascherino la parentela agli occhi dei clienti normali) e su quelli cinesi sono sì sufficienti, ma lontani dall'eccellenza.