Fossi un top manager Fiat, urlerei contro il mio sottoposto che ha dato l'ok all'ultimo spot della Giulietta e l'agenzia pubblicitaria che lo ha realizzato: non ha senso sbandierare che la vettura è la più sicura della propria categoria e poi far discutere la gente sul fatto che le tre belle bimbe che occupano il sedile posteriore sembrano non essere allacciate. Intendiamoci, le bambine in realtà hanno le cinture e il rialzo, ma è possibile accorgersene solo guardando un fermo immagine e così alcuni di voi, tra cui Paoblog, hanno avuto l'impressione contraria. Un'impressione rafforzata dal fatto che poi, all'arrivo a destinazione, si vedono le bimbe uscire subito dallo sportello posteriore, senza che la balda modella che guida la macchina debba intervenire a slacciarle (ma forse sono già grandicelle e potrebbero anche fare da sé).
Ma non la chiuderei come un falso allarme. Fossi stato la Fiat, avrei dedicato molta più attenzione alla cosa. Intanto perché la Giulietta è iperpubblicizzata (giustamente) come l'auto più sicura della sua categoria. Poi perché la Fiat era già cascata su una questione analoga tre anni fa, nello spot della Lancia Musa con Carla Bruni. Infine, perché sul divano posteriore della Giulietta, sia pure con molte contorsioni (ma nella categoria delle auto medie è inevitabile e nemmeno le grosse station sono perfette in questo), si possono sistemare due seggiolini normali (con tanto di schienale) e un rialzo: io ho provato personalmente e ci sono riuscito. Perché non far apprezzare anche questo, peraltro in una vettura della quale si vuol sottolineare la vocazione familiare?