Ieri Sartre è finito addirittura in prima pagina su "La Repubblica". Non mi riferisco al filosofo francese, ma all'acronimo di Safe road trains for the environment, cioè dei "trenini" che saranno costituibili da auto appositamente attrezzate che si accodano a un capofila professionista: lui guiderà e gli altri conducenti potranno rilassarsi, leggere il giornale e fare tutto ciò che vorranno perché ci pensa l'elettronica di bordo a tenere il veicolo agganciato a quelli che precedono, fermo restando che in qualsiasi momento si potrà uscire dal convoglio (per imboccare uno svincolo o semplicemente avere il piacere di guidare da sé).
Il Sartre è un progetto voluto dalla Ue e pare che le sperimentazioni stiano andando bene, per cui è effettivamente probabile che le auto del prossimo decennio abbiano la strumentazione necessaria (ma ci vorranno anche modifiche normative concertate tra i vari Stati). D'altra parte, già cinque anni fa, nel suo "Tecniche di guida e sicurezza stradale", Siegfried Stohr ha scritto che "la nostra vita di automobilisti subirà profonde trasformazioni in un futuro non lontano, anche se molti, su questa terra, fanno finta di non saperlo".
I vantaggi sembrano notevoli: la guida del professionista riduce i rischi e i consumi, mentre il fatto che ci sia un treno "certificato" consente praticamente di azzerare le distanze di sicurezza diminuendo la congestione (quello stesso numero di veicoli occuperà meno spazio e sarà anche immune dal grande difetto dei "treni" attuali, dove se uno sfiora il freno fa atterrire chi lo sta tallonando, il quale pianterà un frenatone che innescherà un forte rallentamento di tutti gli altri fino ad arrivare al tamponamento, non di rado). Mettendo da parte i consumi, si può anche azzardare che i convogli Sartre possano viaggiare a velocità più elevate rispetto ai limiti attuali, il che potrebbe ulteriormente snellire il traffico: gli esperti di ferrovie dicono che un treno se è molto veloce non ingombra la linea, ma sfila lasciando subito il posto a un altro, il che aumenta la capacità della linea. Un principio non applicabile ai gruppi di auto guidate ciascuna dal suo conducente, perché comunque i comportamenti umani sono diversi (mica è gente addestrata a muoversi in perfetta sincronia come i piloti delle Frecce tricolori!).
Fin qui le fonti ufficiali. Ma saranno tutte rose e fiori? No, su questa terra non succede mai. Io credo che, a parte la noia per gli appassionati di guida (che comunque – ripeto – dovrebbero poter scegliere se continuare ad andare da soli) e dando per scontato che il sistema venga introdotto solo quando avrà un'affidabilità a prova di bomba, il problema sia la disabitudine alla concentrazione. Mi spiego: se già oggi chi guida normalmente una vettura con Acc (cruise control attivo, che mantiene in automatico la distanza di sicurezza da chi precede) è a rischio quando passa su una tradizionale perché ormai è abituato ad avere questo "assistente", che cosa succederà a chi lascia un treno Sartre a un'uscita autostradale per immettersi sulla viabilità ordinaria, dove si guiderà come ora, cioè sotto la propria responsabilità? Scommettiamo che molti si distrarranno per portare a termine quelle attività che stavano svolgendo mentre si facevano portare dal Sartre?