L’autista con l’epilessia e i medici che stanno attenti solo a garantirsi il lavoro quando vanno in pensione

Vi ricordate il tir impazzito che a ottobre decapitò una signora nel pieno della borgata balneare palermitana di Mondello (http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/2010/10/il-tir-che-ha-ucciso-a-mondello-e-la-salute-a-rischio-dei-camionisti.html)? Bene, si è scoperto che l'autista prendeva farmaci antiepilettici ed era stato operato alla testa e quindi era un soggetto a rischio per la guida (http://www.sicurauto.it/blog/news/il-camionista-di-palermo-prendeva-antiepilettici-ed-era-stato-operato-alla-testa.html). Ma perché certe cose dobbiamo scoprirle solo quando ci scappa il morto? Non si potrebbe organizzare una bella banca dati – ovviamente superblindata dal punto di vista della privacy – sulle malattie di cui soffre ciascuno di noi o almeno su quelle per le quali siamo stati in ospedale? Oggi parte una segnalazione alla Motorizzazione solo quando andiamo in coma per più di 48 ore e si comincia a farlo solo ora perché è stato stabilito la scorsa estate dalla riforma del Codice.

Certo, la riforma ha introdotto anche altre misure per controllare meglio se chi guida è idoneo fisicamente. Per esempio, ripristinando – sia pur blandamente – l'obbligo di certificato anamnestico con cui un medico di fiducia attesta le nostre malattie rilevanti e imponendo qualche certificato in più ad autisti professionali e anziani. Ma quanto sono scrupolosi i medici? Leggetevi questa significativa esperienza personale di Paoblog (http://paoblog.wordpress.com/2010/11/09/rinnovo-patente/). Peraltro, non c'è alcuna disposizione che li spinga ad essere più scrupolosi. Per esempio, attestando espressamente sotto la propria responsabilità l'orario e il luogo esatto in cui si è svolta la visita, in modo da evitare lo sconcio dei pacchi di certificati preparati da solerti agenzie o segretarie e firmati in blocco e "al buio" (la cronaca ogni tanto ci parla di indagini sui certificati allegri, che sarebbero molto più facilitate da norme più rigorose).

I medici stessi non si sono preoccupati di arrivare a disposizioni più rigorose. Sono stati invece attenti a far inserire nella riforma una frase che mantiene la loro abilitazione a rilasciare certificati di idoneità alla guida anche dopo che sono andati in pensione.