Un consiglio che non leggerete da nessun'altra parte per i viaggi in auto di queste vacanze natalizie: riabituatevi a guidare guardando soprattutto molto avanti a voi. Questo è un insegnamento che danno gli esperti nei corsi di guida sicura e fino a qualche anno fa era addirittura banale: uno dei vantaggi dello stile di guida aggressivo che era molto diffuso in Italia era il fatto di stimolare proprio l'attenzione "a lunga gittata". Poi sono venuti navigatori, telefonini, apparecchiature di bordo a iosa con annesse selve di comandi e Tutor in autostrada (che ha abbassato le velocità medie di una quindicina di chilometri orari). Così ora si dice che nella nostra guida ci sia tanta distrazione, che – quando va bene – porta a guardare solo il paraurti del veicolo che precede.
Lo sguardo corto è consigliabile solo in ambito urbano o comunque su strade con molti accessi laterali da cui può sbucare qualcuno. Sono tutte situazioni in cui la velocità dev'essere bassa e per bassa s'intende fino a 50-60. In autostrada, anche i tanto odiati 130 sono da classificare alta velocità: sopra i 110, l'energia cinetica che entra in gioco in un'eventuale manovra d'emergenza è tale da rendere difficile ogni sterzata o frenata istintiva e quindi il miglior modo per cavarsela è accorgersi prima possibile del pericolo, in modo da sfruttare più spazio libero tra sé e il pericolo per ridurre la velocità a livelli in cui manovrare è più facile o urtare è meno dannoso. Ma per capire tempestivamente che c'è il pericolo occorre, appunto, lo sguardo lungo.
Non illudetevi di averlo già. Si può anche perderlo col tempo. Io, per esempio, in due giorni di pista a Misano a inizio mese mi sono accorto che difficilmente guardavo oltre la curva cui stavo andando incontro e quindi poi ero in ritardo nell'impostare la successiva. Finché si è in pista, poco male. Per strada è tutto diverso: le probabilità di trovare qualcuno fermo, un animale o qualche pezzo perso da altri veicoli sono decisamente superiori.