I nostri dati vengono venduti in nome della sicurezza. Ma poi…

Anche in Francia è stato autorizzato l'uso dei dati dei proprietari di veicoli da parte di aziende. Come vedete dal lancio Ansa qui sotto, poco importa se sia per garantire che i richiami di esemplari difettosi possano raggiungere tutti o più semplicemente per finalità commerciali. Così è sorta qualche polemica.

In Italia, invece, nessuno ha fiatato per la decisione del Garante della privacy che ha chiuso una lunga istruttoria sullo stesso argomento sancendo il diritto dell'Aci di vendere i dati del Pra alle aziende del settore. La decisione si è basata sul fatto che l'utilizzo dei dati avvenga per finalità di sicurezza, includendo tra esse gli inviti che le officine fanno a chi ha la revisione in scadenza. Certo, è sicurezza anche questa. Però, nel contratto che l'Aci-Pra sottopone alle officine-clienti (Scarica Contratto Aci), c'è la possibilità di selezionare gli automobilisti da mettere nella lista degli inviti. E selezione sembra più far rima con business che con sicurezza.

 

(Ansa) – parigi, 14 dic – grazie a un emendamento alla recente legge sulla sicurezza interna (loppsi 2), il governo francese potrà vendere a società private i dati personali forniti dagli automobilisti nelle domande di immatricolazione delle automobili. Lo rivela il quotidiano le parisien, spiegando che per i promotori dell'emendamento questo aiuterà i costruttori in caso di ritiro di veicoli per motivi di sicurezza, oltre a favorire iniziative commerciali.
Il problema, spiega il giornale, è che in base al provvedimento l'amministrazione pubblica non è obbligata ad avvertire i cittadini della cessione dei loro dati, e che questi ultimi non potranno controllarne l'utilizzo nè la correttezza.
Inoltre, al momento non sono previste procedure di controllo degli acquirenti o dell'uso che intendono fare delle informazioni, anche se un ulteriore emendamento in materia è in discussione all'assemblea nazionale.
Resta poi il nodo del prezzo da applicare per la vendita: la norma, infatti, non definisce tetti o minimi, limitandosi a imporre che sia "ragionevole" rispetto al lavoro di trattamento dei dati effettuato dall'ente pubblico. (Ansa).

Z13
14-Dic-10 17:30 nnnn