Quel che si temeva da due anni è successo: come ha documentato Striscia la Notizia (http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoflv.shtml?2010_12_pet11.flv), un cittadino siciliano è stato multato perché avrebbe circolato con revisione scaduta, quando invece lui è in regola ma non può esibire un valido documento perché la sua Regione ha "litigato" con lo Stato. Incredibile ma vero.
In pratica, dal 2007 la Regione Siciliana si è creata un sistema di incasso proprio per i diritti che i cittadini devono versare per essere ammessi a revisione. Fin qui, poco di male: nel 2007 la Motorizzazione aveva un sistema d'incasso che faceva acqua. Ma da agosto 2009 ha rimediato. Non solo: si è visto che l'iniziativa della Regione era anche un modo per incassare in proprio soldi che andrebbero rigirati allo Stato e che invece vengono trattenuti nelle casse regionali. Di qui un tentativo di mediazione politica fallito e un contenzioso promosso dal ministero delle Infrastrutture davanti alla Consulta, che però dopo oltre un anno non ha ancora deciso.
Inutile dire che dietro ci sono giochi politici che vanno ben oltre la revisione. Che probabilmente partono da questioni di cassa e arrivano al rapporto travagliato tra Berlusconi e il governatore Lombardo, oscillante tra l'alleanza e il conflitto. E i cittadini prendono multe.
Ma non solo: come ha spiegato a Striscia la Notizia lo sfortunato agrigentino fermato a Roma con la revisione "scaduta", si va anche sul penale. Infatti, la "pecetta" rilasciata dalla Regione Siciliana per attestare l'avvenuta revisione al posto di quella ufficiale della Motorizzazione è stata ritenuta un falso dai vigili di Roma e quindi è scattata la denuncia. Che probabilmente finirà in una bolla di sapone, ma intanto avrà costretto a chiamare un avvocato. In ogni caso, concettualmente è sbagliato avere pecette regionali: questa diversità alla lunga si presterebbe proprio a commettere più falsi. Quindi, la Regione Siciliana non può ritenersi scusata per il fatto di aver pubblicato sul web l'immagine della propria pecetta nel tentativo di farla riconoscere da tutti gli organi di polizia.