L’assicurazione che offrì un corso di guida sicura e se ne pentì: gli allievi facevano più incidenti di prima

In quel paesello pettegolo che è il mondo dell'auto e di ciò che le gira attorno, corre voce che anni fa una compagnia assicurativa abbia offerto ai suoi clienti un corso di guida sicura, ma poi se ne sia pentita: contrariamente alle attese, chi lo aveva frequentato avrebbe avuto più incidenti degli altri assicurati. Io non so se questa voce sia vera, ma ho un elemento serio per sospettare che lo sia: in effetti, delle due compagnie che mi risultano aver fatto iniziative del genere, nessuna me ne ha poi fornito i risultati come avevo richiesto. E non fatico a immaginare il motivo del fallimento: alcuni corsi prevedono anche giri di pista, che sono molto delicati perché portano gli allievi in un universo troppo diverso da quello della strada e ci vorrebbero svariati giorni per assimilare le varie tecniche e imparare ad applicarle anche nella guida di tutti i giorni.

Cito questo episodio non a caso, dopo che negli ultimi giorni ho per due volte sottolineato l'importanza di questi corsi (http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/2010/12/lincidente-di-lamezia-pu%C3%B2-capitare-a-tutti-allora-basta-distrazioni-e-tutti-a-scuola-ora-si-pu%C3%B2.html#tp e http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/2010/12/alcol2-arriva-il-colpo-di-spugna-per-chi-beve-giusto-o-sbagliato-questione-dinformazione.html). Perché non vorrei che qualsiasi lezione venga presa per qualcosa di miracoloso: ce ne sono alcune fatte bene, altre così così e altre ancora da evitare. Mi auguro che la sperimentazione che si avvierà l'anno prossimo su corsi e risultati porti il ministero delle Infrastrutture a fissare paletti giusti. Per lasciare sul mercato solo organizzazioni davvero qualificate e allontanare chi vuole solo approfittare del nuovo business in arrivo quando i corsi serviranno anche al recupero dei punti-patente come prevede la riforma del Codice.

  • peofsz1600 |

    Sono dieci anni che, con varie auto (dalla Uno 60S alla Giulietta Quadrifoglio verde, compresa un’occasione su una Delta HF Integrale 16v ex ufficiale), metto le ruote in pista un paio di volte l’anno almeno.
    E’ verissimo, girare in pista puo’ portare ad esagerare: fuorigiri, staccate mal gestite, traiettorie decisamente approssimative.
    Ho sempre sostenuto che durante il trak-day non e’ piu’ bravo quello che gira piu’ veloce, ma quello che torna a casa con la macchina piu’ in ordine.
    Personalmente pero’ continuo a pensare che queste difficolta’ siano decisamente formative, soprattutto se si ha la possibilita’ di avere a bordo i collaudatori che girano abitualmente sulla pista.
    Riguardo ai risultati che non sono stati pubblicati dalle compagnie, visto che a pensar male si commette peccato ma spesso ci si azzecca, viene da chiedersi se siano stati invece troppo positivi per cui i corsisti hanno ridotto in modo consistente l’incidentalita’. In fondo le assicurazioni vivono sui sinistri.
    [Risponde Maurizio Caprino] Francamente non credo: le scuole di guida sicura hanno interesse a dimostrare che i loro corsi servono e qualcuna monitora i risultati, non tenendoli certo segreti.

  • Renato |

    Caro Maurizio
    anche io tra moto e auto ho seguito molti e molti corsi sino ad acquisire la qualifica di istrutture di guida sicura (uno dei pochi che non proviene dal mondo delle corse e per questo preso in considerazione da poche scuole). Io penso che provare un testacoda in una struttura “sicura” debba solo servire a capire quanto sia difficile, o meglio impossibile, controllare tale fenomeno in una situazione critica… sulla strada, tra incroci, alberi, pedoni, fondi a diversa aderenza, …
    Nessuno neanche un pilota può controllare tutto (infatti vediamo spesso fuoripista nelle competizioni) … e allora ben venga il far provare un testacoda … ma non per imparare a gestirlo … solo e solamente per capire come PREVENIRLO.
    saluti
    r

  • gennaro nasti |

    Caro Maurizio,
    a mio modesto avviso i corsi di guida “sicura”(non ho bene ancora compreso fino in fondo perchè li chiamino così, visto che il concetto di sicurezza è una cosa totalmente diversa) dovrebbero sempre essere preceduti o seguiti da corsi di alto profilo di guida su strada. Mi spiego meglio: il nostro problema sono automobilisti sempre più distratti e poco attenti a quello che definiamo ambiente stradale; non solo la segnaletica (in alcuni casi eccessiva e fuorviante o vetusta)ma le pendenze della strada, lo stato di usura dell’asfalto, insomma le insidie o pericoli che ogni giorni ci troviamo ad affrontare. Un pò il concetto di quella che ora chiamano “guida difensiva”. La maggior parte degli incidenti che avvengono in città, ad esempio, non hanno nulla a che vedere con acquaplaning, o perdita di aderenza o quant’altro. Hanno purtroppo origine nella mancata “lettura” e interpretazione dell’ambiente stradale. Il discorso è a mio avviso molto interessante, l’essenza è che non bisogna allontanare gli automobilisti dal loro contesto naturale che è la strada a favore della pista. Ben vengano corsi misti in pista e su diverse strade, dalle urbane alle autostrade in varie condizioni di luce, meteo ecc.
    grazie
    saluti
    rn
    [risponde Maurizio Caprino] Concordo: uno dei motivi per cui ci ho messo sei corsi per acquisire una buona padronanza delle situazioni è, oltre alla mia zucconaggine, l’eccessiva differenza tra strada e pista. Ma è difficile organizzare un corso misto e bisogna sforzarsi per riuscirci. Speriamo si mettano assieme più sforzi. Nel frattempo, accontentiamoci degli esercizi in pista che fanno riflettere su cosa sarebbe successo in strada.

  • 59raf |

    In quest’ottica il corso non dovrebbe insegnare ad andare + forte controllando la vettura ma a far vedere cosa succede quando si va al limite. Es quando si va in acquaplaning, come si usa l’ABS, cosa succede quando si affronta una curva con 4 persone a bordo invece che il solo guidatore. Se invece si insegna a fare controsterzi e testacoda ……
    [risponde Maurizio Caprino] Controsterzi e testacoda possono essere la naturale conseguenza di un errore di guida o proprio di un esercizio appena citato come utile ma riuscito male: per esempio, l’acuaplaning in curva se ci si fa prendere dall’istinto di girare il volante. In questo senso, servono anche controsterzi e testacoda. Ma solo in questo senso.

  • Yellow13 |

    Al di là della notizia e del sensato commento, credo che i corsi di guida sicura possano fare un gran bene per imparare a gestire quelle situazioni di emergenza (ghiaccio, fondi scivolosi, forature improvvise) in cui sembra che le normali regole della fisica e della cinetica vadano a farsi benedire. Il problema è che questi corsi – almeno quelli fatti bene – costano un patrimonio.
    saluti

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