Alcol/2 – Arriva il “colpo di spugna” per chi beve. Giusto o sbagliato? Questione d’informazione

Cominciano a fioccare le condanne a lavori di pubblica utilità per chi viene beccato a guidare in stato di ebbrezza non lieve (tasso alcolemico da 0,8 g/l in su), a patto che non abbia causato un incidente: i Comuni stanno firmando i protocolli d'intesa per applicare questa alternativa alla pena (introdotta ad agosto dalla riforma del Codice della strada) e quindi si parte. Così solo adesso l'opinione pubblica sta scoprendo che per ogni giorno di lavoro vengono abbuonati 250 euro di multa e, soprattutto, si evita la confisca del veicolo (normalmente prevista con tasso oltre 1,5). Ne abbiamo parlato lunedì mattina su Radio24 e, come prevedibile, la gente si è divisa tra chi si è scandalizzato ("se ammazzi qualcuno, nessuno può ridargli la vita e quindi tu devi pagare duramente") e chi trova giusto essere tolleranti perché in fondo i trasgressori "non hanno ammazzato nessuno".

Il punto centrale della questione mi pare proprio quest'ultimo: il fatto di non aver ammazzato nessuno. Perché le conseguenze dell'alcol o di un qualsiasi errore di guida dipendono spessissimo dalla casualità o comunque da fattori su cui il trasgressore non ha alcun controllo. Quindi potenzialmente bere, drogarsi, guidare stanchi, distrarsi o commettere un errore di guida possono quasi indifferentemente risolversi in nulla o far morire qualcuno. Ciò autorizzerebbe la massima severità.

Prima di applicarla, però, bisogna che la gente si renda conto di come comportamenti anche socialmente accettati come un bicchiere di birra o comporre un numero telefonico tenendo il cellulare in mano possano essere pericolosi. Altrimenti l'italiano medio continuerà a pensare che lui non è un pericolo perché beve poco e guida piano (ma quanto piano?), quindi punire lui è ingiusto e inutile ("meglio stangare i giovani e chi "guida come un pazzo, perché sono solo loro quelli che causano gli incidenti brutti e noialtri siamo a posto"). Bisogna quindi informare, informare e poi ancora informare. In un Paese dove si legge poco com'è l'Italia, è bene far leva soprattutto su tv, web, radio, affissioni per strada… Ma non è ancora abbastanza: ci si può rendere ben conto di come cambiano le cose anche solo frenando con una frazione di secondo di ritardo esclusivamente con un corso di guida sicura o comunque provando una frenata di emergenza in un piazzale assieme all'istruttore di un'autoscuola.

Quindi, ben vengano i corsi "per tutti", che si sta cercando di avviare ora (http://mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com/2010/12/lincidente-di-lamezia-pu%C3%B2-capitare-a-tutti-allora-basta-distrazioni-e-tutti-a-scuola-ora-si-pu%C3%B2.html). Poi potremo tranquillamente applicare sanzioni severe. Perché nessuno potrà più dire "io non lo sapevo".