Come previsto, il 12 ottobre è passato da un bel po' e dei primi provvedimenti attuativi della riforma del Codice della strada (previsti entro quella data dalla riforma stessa) si è vista solo qualche bozza, quando esiste. L'incapacità di governare che in questi giorni è di moda attribuire a Berlusconi non c'entra nulla in questo caso: qui parliamo di adempimenti più che altro di natura amministrativa, di competenza di uffici ministeriali. Che un po' se la prendono comoda (Stradale a parte, ad agosto le ferie si sono fatte nonostante la riforma) e un po' sono sguarniti (in totale di personale ce n'è, ma alla fin fine i provvedimenti importanti e delicati ricadono sempre sulle spalle delle stesse persone). Ma, soprattutto, più si analizza la riforma e più ci si accorge che molti punti stanno poco in piedi giuridicamente e quindi ci si mantiene prudenti sulla loro attuazione. Berlusconi di questa riforma si è preso il merito, ma in buona parte era la solita boutade mediatica e quindi non gli darei molte colpe di queste strampalatezze: molte ne hanno infilate i parlamentari, che hanno avuto ampio spazio (era un disegno di legge, non un decreto legge o una delega al Governo).
Tra i provvedimenti che sarebbero stati già da emanare e di cui non esiste nemmeno una bozza, c'è quello sulle omologazioni dei count-down ai semafori, invocati a gran voce dopo le note polemiche sulle multe e le presunte manomissioni del tempo di giallo al Nord. La cosa non stupisce: come vi ho già raccontato, al ministero delle Infrastrutture i count-down non sono visti di buon occhio.
Però qualcosa si muove: ieri la Scae ha installato un count-down sul semaforo pedonale di Piazza del Colosseo-via dei Fori Imperiali, ovviamente a Roma. Certo, non è il primo count-down che si vede in Italia, ma è l'unico formalmente regolare: in mancanza delle norme di omologazione, l'azienda e il Comune di Roma hanno chiesto e ottenuto dal ministero l'autorizzazione a sperimentarlo. Richieste sono partite pure da Milano e Bergamo. Nei prossimi giorni verranno installati impianti analoghi sempre a Roma, in viale Regina Elena (ingresso Policlinico) e via Angelo Emo (stazione metrò di Valle Aurelia). Il tutto sempre e solo per le lanterne pedonali: evidentemente chi sta percorrendo la strada della regolarità formale non se la sente ancora di coinvolgere nei test il traffico veicolare.
Sono curioso di vedere i risultati della sperimentazione. Non tanto alla luce delle note polemiche, quanto per il fatto che i test riguardano i soli pedoni, che ai semafori di Roma corrono più rischi del solito. Come vi ho denunciato altre volte, a Roma il giallo pedonale è calcolato nella maniera più prudenziale possibile, cioè sul passo di un anziano che percorre un metro al secondo. Dato che in città ci sono molte strade larghe, non è raro trovare gialli pedonali da una trentina di secondi, che seguono verdi di cinque secondi. Quindi la gente ha imparato che col giallo si attraversa alla grande e tra l'altro spesso non ha elementi per capire se quel giallo sia appena scattato (quindi se c'è tutto il tempo per attaversare anche due volte) o sia un giallo "vero". Il count-down dovrebbe essere molto utile proprio in queste situazioni assurde.