Comuni sparamulte/2 – Le multe a strascico vanno a gonfie vele, ma i ricorsi non tarderanno. E le Regioni reclamano

Novemila multe in tre mesi a Milano, novecento in una ventina di giorni a Torino. Nonostante l'ampia pubblicità dovesse fare da deterrente, sono tanti quelli che si fanno beccare in sosta vietata dallo Street Control, la telecamera che consente ai vigili di velocizzare gli accertamenti riempiendo molti più verbali rispetto a prima. Ma c'è da giurare che ora l'ondata di piena arriverà negli uffici dei giudici di pace. Gli italiani si attaccano a tutto pur di restare impuniti, tanto più quando arriva un aggeggio che li sorprende nelle loro cattive abitudini più inveterate. E qualche spazio per fare ricorso c'è.

Qualcuno lo indicano a Milano i sindacati dei vigili Siapol-Uil e Cgil:

1. si potrebbe invocare la disparità rispetto a chi viene multato col metodo tradizionale (se gli lasciano l'avviso sotto il tergicristallo e paga subito, evita gli 11 euro di spese di ricerca intestatario e notifica);

2. il fatto che la pattuglia si accosti qualche istante al veicolo in sosta vietata per filmarre anche l'abitacolo vuoto potrebbe non bastare per dimostrare l'assenza del trasgressore (che motiva la deroga al principio della contestazione immediata dell'infrazione a chi l'ha commessa), perché potrebbe esserci un fattorino che sta consegnando un pacco o una vecchietta che è andata un attimo in farmacia (situazioni nelle quali il vigile a piedi col taccuino si accorge della situazione e diventa perlopiù comprensivo).

Ma il problema più serio mi sembra sia il risvolto penale della vicenda: quando un veicolo è in doppia fila o comunque intralcia, l'articolo 159 del Codice della strada impone di rimuoverlo. Il meccanismo della "multa a strascico", invece, sembra di per sé incompatibile con la "perdita di tempo" che la rimozione comporta. Riusciranno i vigili a dimostrare di aver almeno chiamato il carro attrezzi, per tenere testa a chi si farà venire in testa di denunciarli per omissione di atti di ufficio?

Nel frattempo, lo Street Control viene usato anche per altri scopi. Oltre al riconoscimento automatico delle targhe rubate (un classico ormai da un decennio), c'è ora anche quello dei veicoli soggetti alle ganasce fiscali (quelli intestati a chi ha debiti con la Pubblica amministrazione, per tasse, multe eccetera, non necessariamente legate al veicolo stesso). A Torino, in una trentina di servizi, ne hanno beccati ben 55, per i quali ora sono dolori: 714 euro di multa e confisca del veicolo. Insomma, un colpo grosso per il Comune, perché si guadagna più che da una multa per eccesso di velocità. Ma tutto avviene a scapito delle Regioni, che già da tempo  senza dare nell'occhio – si sono lamentate: sui veicoli sottoposti a fermo, scatta di diritto la sospensione dell'obbligo di pagare il bollo (perché in teoria sono veicoli sottratti alla disponibilità del proprietario, anche se restano in mano a lui). E, visto che ormai le ganasce fiscali vengono fatte scattare a raffica (magari per debiti verso altri enti), ormai sono davvero tanti quelli esonerati dal bollo per morosità.

  • giancar |

    e aggiungo.
    Anche perchè al momento del rilievo con telecamera gli agenti a bordo del veicolo rilevatore non sanno se l’autovettura in doppia fila sia in divieto o meno.
    Deve essere verificato se il conducente è a bordo, altrimenti siamo in presenza di una fermata perfettamente legittima.

  • giancar |

    Concordo con Caprino.
    In Italia tutto è possibile soprattutto quando si attiva una lobby che non vuole il rispetto delle regole e fa quadrato.
    Per quanto riguarda l’aspetto penale del rilievo delle seste con telecamera io non ho dubbi.
    L’art. 13 della legge 689/1981 parla chiaro.
    Il rilievo di una violazione amministrativa può essere fatta con apparecchi fotografici o simili.
    L’accertamento della violazione si concretizza invece nel momento che un agente di polizia stradale verifica il filmato, rileva la targa, individua il proprietario del veicolo e redige il verbale.
    Mettiamo che questo avvenga cinque giorni dalla data del rilievo. Data l’organizzazione degli uffici e l’alto numero delle pratiche da trattare credo che sia il minimo.
    E’ in questo momento che scatta l’eventuale “obbligo” della rimozione del veicolo.
    Io, da buon garantista, dico ci vadino i nostri “amici” dei comitati a fare la rimozione del veicolo trascorsa una settimana dal momento della sosta, o magari gli ottimi giudici di pace.

  • giancar |

    Rispondo a GoldWing98.
    Non c’è nessuna legge che possa obbligare un agente di polizia stradale (quale è il vigile urbano) a rimuovere un auto che non arrechi, in quel momento intralcio alla circolazione.
    La legge obbliga invece a sanzionare il veicolo in doppia fila una volta accertata la violazione. Altro che fare cassa ! Ma questo a chi la vede come qualche lettore di Caprino non entra proprio nella testa.
    Ma dico di più, anche in presenza di fronte ad un veicolo che intralcia in quel momento la circolazione l’agente si può esimere dalla rimozione per impossbilità (qualora non sia disponibile il carro attrezzi) o per motivi tecnici (spazio non sufficente per la manovra del carro attrezzi, o carro attrezzi non idoneo per rimuovere un dato veicolo, ad esempio autocarro).
    Nel caso di specie credo proprio che sia sifficiente la telecamera che memorizza le violazioni e un agente sul posto che rimuove i mezzi che determinano veramente intralcio.
    [risponde Maurizio Caprino] Certamente è vero che in caso di impossibilità materiale a far giungere un carro attrezzi la multa resta valida, ci mancherebbe. Quando invece il servizio è organizzato in modo tale da escludere a priori che si chiami il carro attrezzi, occorre distinguere: la Cassazione (con riferimento alla mancanza di contestazione immediata) ha più volte affermato che in sede di ricorso al giudice di pace non si possono sindacare le modalità organizzative del servizio e quindi la multa resta valida lo stesso, ma qualcuno potrebbe metterla su un piano diverso da quello amministrativo (annullamento della multa) e andare su quello penale (omissione di atti d’ufficio). Su quest’ultimo, la partita la vedo aperta e non mi pare un caso se in ambienti ministeriali – per quel che mi risulta – si stiano ponendo lo stesso problema.

  • Sky One |

    GoldWing98 ovviamente la mia era una provocazione (e mi fa piacere che tu abbia notato la faccina) ma, credimi, il tuo primo commento suonava da “italiano medio”: io faccio quello che voglio e se mi danno la multa cerco il cavillo per avere ragione lo stesso. Negli altri commenti hai ben spiegato il tuo punto di vista, sul quale concordo al 120%. Chi deve far rispettare la legge deve essere il primo a farlo, ma siamo entrati in un circolo vizioso per cui il legislatore emette una norma che deve essere continuamente modificata o aggiornata in base all’astuzia del tale avvocato. Vengono quindi usati i nostri soldi per rincorrere i cavilli. La soluzione? Fare delle leggi che anche un bambino di 10 anni possa capire in modo corretto. Utopia? Sicuramente. Ma nel frattempo io non mi scandalizzo se la Polizia Locale fa multe “a strascico” verso chi parcheggia in seconda fila…
    Permettimi una battuta da motociclista a motociclista: con quel TIR che ti ritrovi, consumi quanto un’auto ed occupi lo stesso spazio di una minicar. :-)))

  • Yellow13 |

    Al di là delle multe a raffica, che oggettivamente sono poco eleganti e romantiche, credo che un’amministrazione comunale moderna non dovrebbe pensare di risolvere un problema vero (carenza di parcheggi) semplicemente cospargendo le strade di rettangoli azzurri e gialli.
    Se occorrono parcheggi, si scavino, si applichino abbonamenti e tariffe popolari. Credo che nel lungo periodo il Comune guadagnerebbe assai di più da 1000 automobilisti disposti a pagare costantemente un prezzo ragionevole per lasciare l’auto in un parcheggio sotterraneo che da queste contestabili mitragliate che colpiscono indistintamente persone maleducate e persone semplicemente bisognose.

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